Ponte sullo stretto di Messina, «link» con l’Europa e traffici nel Mediterraneo

di Redazione

Progetti, studi, analisi e valutazioni sono già in possesso del Ministero, ne sono stati realizzati a iosa nel tempo

di Massimo Ruspandini* e Marco Foti**

Iniziamo dalle origini. Il primo progetto dell’opera nasce nel 1866 allorquando l’allora Ministro dei Lavori Pubblici Jacini diede l’incarico all’ingegnere Cottrau per studiare una soluzione di ponte tra la Calabria e la Sicilia. Gli studi trasportistici furono realizzati nel corso degli anni così come la valutazione economica ed il progetto ingegneristico dell’opera. Gli ultimi studi risalgono agli inizi del 2000, che necessitano certamente di un aggiornamento, ma la base, ovvero il progetto tecnico – infrastrutturale dell’opera è già disponibile ed, aggiungiamo, con dati molto interessanti.

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Negli ultimi anni si sono succedute diverse posizioni all’interno delle istituzioni centrali. Come non ricordare le soluzioni proposte dai Governi Conte 1 e 2 attraverso la realizzazione di tunnel appoggiati e/o sospesi, oppure con un ponte a più campate sul quale poi prevedere anche una pista ciclabile. Lasciamo ai lettori qualsiasi tipo di commento. Quest’opera è un intervento sul quale non è accettabile scherzare e prendere in giro i tanti cittadini che vivono nelle due regioni meridionali oppure i milioni di turisti che annualmente frequentano i bellissimi territori di Sicilia e Calabria.

Vogliamo ricordare uno studio geologico-geofisico, condotto con la nave oceanografica Urania nel 2010 da un gruppo di ricerca altamente qualificato, pubblicato su Scientific Reports, il quale ha messo in evidenza come la regione dello stretto di Messina sia interessata da un complesso sistema di faglie dove coesistono su brevi distanze, regimi tettonici diversi (estensionali, trascorrenti e compressivi). Per cui, in breve, soluzioni diverse dal ponte a campata unica non trovano possibili applicazioni ed appaiono quanto mai di difficile realizzazione.

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Ma non è di questo avviso il MIMS

Il Gruppo di lavoro incaricato dall’attuale Ministro Giovannini, si legge dai documenti, «sulla base di una serie di considerazioni ritiene che la soluzione aerea a più campate sia potenzialmente più conveniente di quella a campata unica», di cui, vogliamo ricordarlo ancora una volta, esiste il progetto realizzato da fior fiori di professionisti. Vi abbiamo dimostrato però che questa soluzione non è assolutamente percorribile a causa delle gravi problematiche rilevate nei fondali dello stretto di Messina.
Dai documenti rileviamo che il MIMS giudica addirittura sfavorevole la soluzione a campata unica e questo aspetto è davvero paradossale.

Proviamo a spiegare la posizione del MIMS. Secondo il ministro Giovannini «un aspetto sfavorevole di questa soluzione è sicuramente il vincolo della sua ubicazione nel punto di minima distanza fra Sicilia e Calabria (circa 3 km), che allontana l’attraversamento dai baricentri delle aree metropolitane di Messina e Reggio Calabria, ma che al tempo stesso comporta comunque la necessità di realizzare un ponte sospeso con una luce maggiore del 50% di quella del ponte più lungo ad oggi realizzato al mondo».

Ci permettiamo di tradurre in un linguaggio più semplice: non essendoci un esempio al mondo tale da poter effettuare un confronto il gruppo di lavoro ritiene che la soluzione progettuale proposta (a campata unica) in questi decenni non sia fattibile. Sempre il gruppo di lavoro individuato dal ministro Giovannini aggiunge che il disegno del ponte è distante dai baricentri delle due città metropolitane dimenticando però che lo stesso (il ponte) si colloca all’interno di un’area integrata definita appositamente «metropolitana dello Stretto» e il ponte si posiziona proprio baricentricamente alla stessa.

Intanto il Governo ha affidato a RFI un nuovo progetto di fattibilità

L’Allegato Infrastrutture al DEF 2022 riporta esplicitamente che «RFI deve provvedere, mediante procedura ad evidenza pubblica e a valere sui fondi previsti a tal fine dalla legge di bilancio n. 178/2020 (50 milioni di €) alla redazione del progetto di fattibilità tecnico-economico di soluzioni alternative per il sistema di attraversamento stabile dello Stretto di Messina».

Un nuovo progetto di fattibilità che RFI dovrà realizzare sulla base delle analisi approfondite su circa venti punti evidenziati dal MIMS, tra i quali spiccano gli studi da compiere su buone pratiche internazionali, criticità trasportistiche, proposte progettuali tecnicamente plausibili per due tipologie di ponte (campata unica e campata multipla), rischio sismico, risposta dell’impalcato al vento turbolento (mediante studi aerodinamici e aeroelastici), tempi e costi di costruzione, impatti ambientali.

In poche parole un progetto faraonico, duplicazione dell’esistente, che non farà altro che ritardare e rimandare le decisioni in merito alla soluzione da adottare per l’attraversamento stabile dello stretto di Messina. Ma i tempi per questo Governo sono scaduti.

Per cui le conclusioni che si possono trarre sono le seguenti. Prima di entrare nel merito delle nostre posizioni ci si lasci evidenziare un aspetto interessante: «il MIMS ritiene comunque che sussistano profonde motivazioni per realizzare un sistema di attraversamento stabile dello Stretto di Messina, anche in presenza del previsto potenziamento/riqualificazione dei collegamenti marittimi (collegamento dinamico), pur necessario in relazione ai tempi per la realizzazione di un collegamento stabile».

La consapevolezza della necessità del ponte sullo stretto di Messina

Per cui, anche dal versante tecnico del Ministero, vi è la consapevolezza della necessità di quest’opera. Progetti, studi, analisi e valutazioni sono già in possesso del Ministero, ne sono stati realizzati a iosa nel tempo.

A nostro avviso realizzare un altro studio (con una spesa di 50 milioni di Euro) significa affossare definitivamente la realizzazione di una infrastruttura che oggi più che mai necessita ad un territorio «staccato» letteralmente dal Continente e dai Corridoi TEN-T e sperperare denaro pubblico che può e deve essere investito in altre opere importanti, come ad esempio, la prosecuzione dell’alta velocità sino a Reggio Calabria.

Il ponte sullo stretto di Messina sarà realizzato, questa la nostra posizione, in quanto è la logica prosecuzione delle opere strategiche in continuità e coerenza con la programmazione nazionale, che dovrà essere rivista con la modifica del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e del Piano Nazionale Complementare.

Soltanto con la realizzazione del ponte sarà possibile contribuire allo sviluppo della rete europea «core» e «comprehensive», collegando in maniera efficace, efficiente e sostenibile il territorio siciliano con il resto del Paese. Il ponte sullo stretto di Messina sarà il link con tutta l’Europa e con i traffici internazionali del Mediterraneo, a completamento di una infrastruttura transeuropea che parte dal Baltico e termina a Palermo. La priorità sarà massima e posta al centro dell’agenda di Governo, interagendo e ponendo le nostre condizioni (essenzialità e continuità territoriale) in Commissione Europea.

*Massimo Ruspandini,
capo gruppo in Commissione Trasporti al Senato e
responsabile nazionale del Dipartimento Trasporti di FdI

** Marco Carmine Foti,
dirigente nazionale  del Dipartimento Trasporti di FdI

 

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