Dopo la Gelmini e Brunetta lascia anche Cangini
Il presidente della Repubblica non ha ancora sciolto le Camere ma i partiti già si preparano al voto mentre c’è grande attesa nel Paese su quale sarà la data nella quale saremo chiamati a votare. Scelta non facile che formalmente spetta al governo: secondo calcoli ed indiscrezioni al momento le due date più probabili sono quelle del 25 settembre o del 2 ottobre. In attesa di capire se Sergio Mattarella scioglierà le Camere già oggi si aspetta la salita al Quirinale dei presidenti di Senato e Camera, Elisabetta Casellati e Roberto Fico, come prevede la Costituzione.
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Dopo l’incontro il presidente Mattarella dovrebbe parlare alla stampa e chiarire alcuni passaggi per il prossimo futuro. Mario Draghi infatti continuerà a guidare l’esecutivo per gli affari correnti e ciò sarà fino alla formazione del nuovo governo che è prevedibile non avverrà prima della fine di ottobre o i primi di novembre.
Le mosse dei partiti per le elezioni
Intanto prosegue l’emorragia di Forza Italia: dopo l’uscita di Maria Stella Gelmini e di Renato Brunetta, anche il senatore Andrea Cangini si è tirato fuori dal partito di Berlusconi. Grandi movimenti al centro, che sa di avere poco tempo per organizzarsi e trovare il modo di stare insieme. Quel che è certo è che Mario Draghi rimarrà virtualmente a lungo nella scena politica italiana: dal Pd a Toti passando per Calenda tutti spiegano che sarà proprio «l’agenda Draghi» a contrapporsi alle politiche del centrodestra.
Concetto confermato anche dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Matteo Renzi chiama ad un «grande rassemblement che, in nome dei principi di questi mesi di governo Draghi, dica sì all’Europa e no a i sovranisti». Infine il centrodestra si è ricompattato sul voto anticipato ma già si divide su chi dovrà essere il condottiero. «Meloni? Non c’è nessun volto del centrodestra, si vedrà quando si andrà a votare. Avremo un programma politico ed economico, fondamentale la scelta Europeista e Atlantista, il nostro principale interlocutore sono gli Stati Uniti», gela le attese di Fratelli d’Italia il coordinatore di Fi, Antonio Tajani.
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