Stanno ricomparendo persone che erano state date per disperse sulla Marmolada
Sono scesi a 8 i dispersi dopo il crollo del seracco sommitale in Marmolada. Lo apprende l’ANSA da fonti investigative. Ieri il numero era 13: tra i cinque individuati anche il ragazzo trentino di 30 anni di Fornace ricoverato in prognosi riservata a Treviso, ma che non sarebbe in pericolo di vita.
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Piano piano, infatti, stanno ricomparendo persone che erano state date per disperse, come ad esempio due alpinisti francesi che sono stati sfiorati dalla frana di ghiaccio e hanno raccontato che, in quel drammatico momento, sulla via normale c’erano almeno 12 persone. Un numero che, calcolando i decessi ufficiali con i nomi delle persone che sono state cercate dai parenti, viene considerato realistico. Gli inquirenti hanno ascoltato anche oggi, come nei giorni scorsi, diversi testimoni proprio per cercare di capire quante persone si trovassero sul ghiacciaio al momento del crollo del seracco.
Sono in tutto quattro gli alpinisti che risultavano dispersi sulla Marmolada e che invece sono stati rintracciati in buona salute. Oltre ai due francesi, di cui hanno parlato i soccorritori, sono altri due gli stranieri trovati. La conta dei dispersi sta progressivamente calando con il passare delle ore: si era partiti domenica da un bilancio decisamente più tragico, con una ventina di persone scomparse, per scendere ora a 8 dispersi.
Nuova riunione tecnica nel pomeriggio
Una nuova riunione tecnica per il coordinamento delle ricerche si terrà nel pomeriggio, a partire dalle ore 17, al Comando dei vigili del fuoco e del Soccorso alpino di Canazei. La riunione, è stato riferito, servirà a fare un ulteriore punto della situazione delle operazioni in quota e delle ricerche in corso con droni e dall’elicottero.
Sono al lavoro i Ris di Parma per il riconoscimento dei corpi trovati sotto il ghiacciaio. Si stanno confrontando i resti con il dna dei parenti che sono alla ricerca dei loro cari. A quanto si è appreso, la procura non ha ancora concesso il nulla osta per i funerali delle vittime riconosciute.
«I droni del Soccorso alpino e dei vigili del fuoco hanno sorvolato le zone primarie di rinvenimento dei reperti sia umani che di abbigliamento e dell’attrezzatura tecnica. Anche questa mattinata, in tre o quattro punti, abbiamo ritrovato sia dei resti umani che attrezzatura e tutto è stato già prelevato dagli operatori in elicottero». Lo ha detto il presidente del Soccorso alpino nazionale Maurizio Dellantonio.
Identificato il 30enne ricoverato in prognosi riservata
Ha finalmente un nome uno dei feriti nel disastro della Marmolada ricoverato da domenica all’ospedale di Treviso. Secondo quanto si apprende da fonti sanitarie, si tratta di un giovane di 30 anni, originario del Trentino. Si trova tuttora in prognosi riservata. I medici del Ca’ Foncello avevano accertato al momento del ricovero un importante edema cerebrale e lesioni agli organi interni. Il giovane, in stato di incoscienza, era stato trovato senza alcun documento.
«Purtroppo abbiamo ancora parecchi dispersi ma nella tragedia della Marmolada che da domenica non dà tregua a familiari e soccorritori c’è almeno una buona notizia: il paziente di Treviso non è più sconosciuto e ha ritrovato la mamma e il papà». Così il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, annuncia l’identificazione da parte dei familiari del paziente portato all’Ospedale di Treviso dopo esser stato recuperato dal ghiacciaio della Marmolada, domenica scorsa.
«Ho deciso di far fare alcune foto al paziente ricoverato a Treviso, dopo aver parlato con due coppie di genitori ieri a Canazei nella sala dell’accoglienza dei famigliari dei dispersi – spiega il Governatore -. Ho chiesto immagini di particolari anatomici utili a un riconoscimento sulla base di quanto emerso nel dialogo. Il paziente ricoverato a Treviso ora ha un nome e un cognome». «Come ha informato la Ulss Marca trevigiana il paziente continua ad essere in prognosi riservata – conclude il Presidente -. Mi auguro per lui una pronta guarigione insieme al tutti gli altri feriti in questa tragedia».