Il presidente del Consiglio oggi a Canazei
Sono 8 i morti e 15 i dispersi dopo la valanga sulla Marmolada avvenuta ieri. Secondo quanto si apprende sarebbe ormai «ridotta a zero» la possibilità di trovare sopravvissuti al crollo. Tra i dispersi, 12 sono italiani. A causa di un temporale, sono sospesi i soccorsi. Non solo: si teme che possa esserci l’eventuale crollo di un’altra parte del ghiacciaio e quindi si preferisce non procedere per non mettere a rischio i soccorritori.
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Il numero dei morti provocati dalla valanga potrebbe essere più alto rispetto alle vittime accertate finora. «Temo che le vittime aumentino almeno del doppio se non del triplo visto il numero dei dispersi e il fatto che siano rimaste parcheggiate 16 auto», ha detto il procuratore di Trento, Sandro Raimondi, quando i decessi accertati erano 6.
Il Soccorso Alpino ha attivato un numero (0461 495272) da chiamare «per segnalare il mancato rientro di amici e familiari da possibili escursioni» durante la giornata di ieri sul ghiacciaio della Marmolada.
Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, si recherà oggi a Canazei (Trento) dove è stata allestita la centrale operativa che sta coordinando le operazioni di soccorso e ricerca. Insieme al capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, alle autorità locali e ai soccorritori verrà fatto il punto della situazione. A causa del maltempo l’elicottero sul quale viaggiava il premier è stato deviato a Verona: Draghi sta raggiungendo Canazei in auto.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha chiamato questa mattina il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, e il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, per esprimere solidarietà ai familiari delle vittime della tragedia, riconoscenza ai soccorritori e vicinanza alle comunità locali. Lo rende noto il Quirinale in un comunicato.
Il racconto della tragedia
«La massa di materiale staccatosi dal ghiacciaio della Marmolada è scesa da una velocità di 300 chilometri l’ora. È quanto hanno accertato i tecnici del Soccorso Alpino Trentino che hanno mappato tutta l’area della montagna in cui si è verificato il crollo del seracco», ha a scritto su Facebook il presidente della provincia di Trento Maurizio Fugatti.
«Una parte consistente del ghiacciaio è ancora attaccata alla montagna: si tratta di un fronte di ghiaccio di 200 metri con un’altezza di 60 metri ed una profondità di 80 metri. Se si volesse fare un termine di paragone, dicono gli esperti, si tratta dell’equivalente di due campi di calcio colmi di ghiaccio. Il tutto esposto a 45 gradi di pendenza. Il materiale che si è staccato è invece esteso su un fronte di due chilometri sulla via normale ad un’altezza di circa 2.800 metri: e questo significa, appunto, che la massa di materiale staccatosi ha percorso almeno 500 metri con una velocità stimata dai tecnici pari a 300 km l’ora», ha aggiunto.
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