Negli Emirati Arabi Uniti vivevano entrambi da latitanti
Il nome di Raffaele Mauriello, elemento di spicco del clan Amato-Pagano, estradato dagli Emirati Arabi Uniti e sbarcato oggi in Italia, emerge da una serie di conversazioni criptate che vedono come interlocutore il narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale.
I due sono entrati in contatto a Dubai, dove entrambi erano latitanti e la circostanza emerge per la prima volta nell’ambito di una indagine antidroga degli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Napoli che tiene sott’occhio i cosiddetti «spagnoli», gli Amato-Pagano, ex componente di rango del clan Di Lauro di Secondigliano.
Come per Raffaele Imperiale, anche lui approdato in Italia dopo l’arresto a Dubai, determinante è stato il lavoro di raccordo investigativo tra gli Emirati Arabi Uniti e l’Italia curato, in particolare, da Giovanni Melillo, ex capo dell’ufficio inquirente partenopeo e da qualche mese neo procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo.
L’estradizione di Raffaele Mauriello era stata chiesta dal ministero della Giustizia. In occasione della missione dell’8 marzo scorso a Dubai, la ministra Marta Cartabia aveva sollecitato con forza una pronta esecuzione per tutte le richieste di estradizione presentate dall’Italia, auspicando una più proficua collaborazione giudiziaria tra i due Paesi. Da allora la situazione sembra essersi sbloccata: quella di oggi non è infatti la prima delle estradizione concesse dagli Emirati Arabi.
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