Natalità, Drago (FdI): «Italia prenda esempio politiche Ungheria»

di Pasquale De Luca

La senatrice: «In pochi anni indice nascita aumentato più del 10 per cento»

«Dal 2010 il governo ungherese ha avviato una serie di azioni volte a migliorare le condizioni delle famiglie con l’intento di raggiungere vari obiettivi, tra questi: rimuovere ostacoli che non consentono ai giovani di metter su famiglia e consentire alle persone di avere quanti figli desiderino e di crescerli, sostenendo concretamente i valori della famiglia. Una Nazione, l’Ungheria, che anni fa pativa il dramma della denatalità e che oggi registra un incremento significativo: 1,49 figli per donna rispetto all’1,27 dell’Italia. In pochi anni l’indice di natalità ungherese è aumentato più del 10 per cento».

Così la senatrice di Fratelli d’Italia, Tiziana Drago, componente della Commissione bicamerale Infanzia e adolescenza in visita in questi giorni con la Commissione stessa in Ungheria.

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«Quest’anno l’Ungheria destinerà il 6 per cento del Pil nazionale alle politiche familiari. E l’Italia? Arriva all’1 per cento circa? In Italia, invece, vieni aggredito e deriso se ipotizzi l’estensione del congedo parentale a 3 anni di età del bambino. Trattamento diverso in Ungheria assentandoti temporaneamente da lavoro per accudire un figlio: infatti per i primi 6 mesi è riconosciuto il 100 per cento della retribuzione del salario precedente; da 6 mesi a 2 anni 70 per cento del salario; da due a tre anni una tantum per la cura della prole».

«A ciò si aggiunga una tassazione agevolata più il premio per la cura della prole anche quando percepisci il 70 per cento dello stipendio base. Senza considerare il tasso di occupazione femminile che in Ungheria è all’85 per cento. E il governo Italiano? Farebbe una figura migliore se stesse in silenzio», conclude la senatrice Drago.

Setaro

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