“Prescritta da una presunta ginecologa”, si indaga nel Casertano
Sarà l’esame autoptico a fare luce sulla morte della 34enne Rossella Fiato, deceduta davanti ai tre figli il 4 aprile scorso mentre era nella sua casa di Sparanise.
Una morte inizialmente ritenuta riconducibile a cause naturali ma sulla quale adesso gli inquirenti della Procura di Santa Maria Capua Vetere vogliono vederci chiaro. Non si esclude, infatti, che a causarla siano stati effetti delle pillole contraccettive prescritte da una dottoressa qualificatasi su internet come ginecologa ma che, pare, non avrebbe la specializzazione. Si tratta solo di un’ipotesi, ma che merita un approfondimento secondo gli inquirenti.
Rossella era sola in casa con i propri i bimbi quando si sentì male: furono loro ad avvertire i vicini i quali, a loro volta, allertarono i soccorsi. Tutto inutile, però. Per lei non ci fu niente da fare. Il pm Nicola Camerlingo ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti, disponendo la riesumazione della salma per l’autopsia; domani verrà conferito l’incarico di consulenti della Procura al professionista Ernesto Catena, tra i massimi esperti regionali di malattie dell’apparato respiratorio, ed Antonio Palmieri.
La decisione è giunta dopo la denuncia presentata a fine aprile dal marito, assistito dall’avvocato Salvatore Piccolo, secondo i quali a provocare il decesso sarebbero stati proprio gli effetti della pillola anticoncezionale che la donna aveva iniziato a prendere, pochi giorni prima di morire, per problemi al ciclo mestruale.
Un calvario, quello della 34enne dipendente di una scuola paritaria, che il marito ha scoperto qualche settimana dopo la morte, classificata come un decesso naturale. Dall’analisi del cellulare di Rossella, in particolare dei messaggi WhatsApp, sono spuntati testi e audio, e le foto scambiate proprio con la ginecologa cui la 34enne, molto religiosa, si era rivolta senza dire nulla al marito, forse sentendosi imbarazzata nell’assumere la pillola.
Questi ha poi scoperto anche la ricetta e ha consegnato tutto all’avvocato Piccolo. Dai messaggi è emerso che Rossella, già dopo aver preso la prima pillola, aveva sofferto di mancamenti e dolori alle gambe, che le si erano gonfiate; la dottoressa, contattata via chat, le aveva però consigliato di bere di più e di usare dei cuscini sotto i piedi quando era a letto.
Consigli risultati inutili, tanto che la 34enne, dopo tre giorni di problemi, si è recata dal suo medico curante, che le ha intimato di interrompere l’assunzione della pillola anticoncezionale e di fare delle analisi. Rossella ha nuovamente contattato la professionista che, quasi infastidita, le ha detto di seguire il suggerimento del medico di famiglia. La 34enne è andata a fare le analisi il 4 aprile, poi è tornata a casa dove ha avuto appena il tempo di dire ai suoi tre figli che non si sentiva bene, prima di cadere esanime sul pavimento.