Il caldo e la siccità assediano l’Italia: Roma messa in ginocchio dagli incendi

di Redazione

Nella Capitale nove incendi, anche di grandi dimensioni

Il caldo record, che questa settimana arriverà a superare facilmente i 40 gradi, mette in ginocchio l’Italia e, inevitabilmente, porta con sè effetti collaterali drammatici, dalla siccità agli incendi. Oggi giornata di fuoco per Roma, con una serie di incendi che hanno assediato la città e l’odore acre del fumo arrivato fino al centro storico e parte della città invasa da fuliggine. Oltre duecento i vigili del fuoco al lavoro, con il sostegno di squadre arrivate anche da altre regioni. Fiamme altissime sull’Aurelia con l’esplosione anche di alcune bombole di gpl.

E nella procura capitolina, che già indaga sul rogo avvenuto nella zona della discarica di Malagrotta giorni fa, si attende l’informativa sul maxi incendio che ha dato il via alla giornata di fuoco. L’incartamento verrà redatto dagli agenti del commissario Aurelio che per primi sono intervenuti e ora stanno cercando di chiarire le cause. Paura anche a Casalotti, dove il fuoco ha minacciato un residence e un attico è stato seriamente danneggiato: scene di panico tra gli abitanti che hanno cercato di tenere lontane le fiamme gettando acqua dai balconi.

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Sul fronte siccità, invece, nelle prossime settimane potrebbe arrivare lo stato di emergenza, come ha annunciato il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, che ha anche paventato il razionamento diurno dell’acqua. Intanto sono surreali le immagini che arrivano dalle città del Nord, con tratti del Po ridotti a distese di sabbia e fontane chiuse a Milano. Una flebile speranza è riposta nelle previsioni del tempo che segnalano temporali e vento in arrivo dall’area settentrionale dell’Italia fino alla Toscana con un progressivo calo delle temperature.

Vento caldo e temperature che sfiorano 40 gradi

Nel frattempo, però, Roma deve fare i conti con il vento caldo, oltre che con le temperature che hanno sfiorato nelle ore di punta anche 40 gradi, che oggi ha soffiato sull’intera città, contribuendo alla propagazione di numerosi incendi. Al termine di una giornata «durissima», come l’ha definita l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato, se ne contano nove, anche di grandi dimensioni. Il più grande è quello divampato nel quartiere Massimina, non molto distante da un grande campo nomadi sull’Aurelia, dove sono rimaste intossicate 35 persone, compresi quattro poliziotti.

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Le fiamme e il fumo, visibili a chilometri di distanza, hanno lambito anche alcune abitazioni e hanno coinvolto un rimessaggio di camper, con diverse bombole di gpl esplose. Incendi sono scoppiati anche nell’area Nord-Ovest della città, in un caso anche vicino il grande parco urbano di Villa Doria Pamphilj. Momenti di panico a Casalotti, dove gli inquilini di un residence scesi in strada a causa delle fiamme che stavano minacciando la struttura. In aiuto dei vigili del fuoco della Capitale sono arrivate squadre anche da Umbria, Abruzzo, Toscana e Campania. Per l’intero pomeriggio sono stati segnalati disagi al traffico, compreso lo svincolo sull’Aurelia del Grande Raccordo Anulare.

Di giornata ‘critica’ parla anche il sindaco Roberto Gualtieri: «purtroppo si sono verificati diversi incendi le cui cause sono in via di accertamento. Le situazioni più critiche si registrano in questo momento a Tor Pagnotta e a Casalotti, dove alcune famiglie sono state evacuate dalle loro abitazioni e dove due scuole sono state chiuse per precauzione». Ma non è solo Roma a fare i conti con le fiamme che, come ha spiegato il capo della Protezione Civile, Curcio, sono oltre sei volte di più del 2020.

Roghi anche nel resto d’Italia

Solo oggi, dopo 40 ore, i vigili del fuoco sono riusciti a domare l’incendio divampato sabato in zona Monte Verde-Monte Carafa, a Minervino Murge, nel Nord Barese. In fumo sono andati oltre 300 ettari di area boschiva, pascolo e seminativo a grano. Un rogo ha interessato poi anche un bosco nel Chianti, con il vento che ha spinto le fiamme verso gli agriturismi della zona. Paura anche a Pozzuoli, in provincia di Napoli, e a Carinola ed Arienzo, in provincia di Caserta.

Nelle prossime settimane la dichiarazione dello stato di emergenza per la siccità

A preoccupare, però, è anche l’emergenza siccità, con i governatori del Nord che continuano a chiedere aiuto. «Nelle prossime settimane – annuncia Curcio – potremo fare la dichiarazione dello stato di emergenza» e non è escluso che possa anche essere ordinato un «razionamento diurno dell’acqua». Le immagini che arrivano dai satelliti mostrano scenari inediti, con alcuni tratti del Po che sono distese di sabbia. Il fiume, infatti, ha una portata «sino all’80 per cento in meno», sottolinea lo stesso Curcio.

E il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli chiede di evitare le «guerre dell’acqua», proponendo l’istituzione di un tavolo di coordinamento centrale. «Dobbiamo metterci nella prospettiva che questa – chiosa il ministro – non è un’emergenza di quest’anno e dobbiamo adoperarci per risolvere strutturalmente» la crisi idrica.

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