Il primo cittadino costretto al dietrofront. Ma era indispensabile?
Se non fossimo a Napoli sembrerebbe una barzelletta. Ma a Napoli si sa, a volte si aprono dibattiti per motivazioni assurde. Assurde come la nuova regola che aveva intenzione di istituire palazzo San Giacomo: il divieto dei panni stesi. Quasi come fosse un’onta avere i panni puliti ad asciugare per strada. La città partenopea è famosa anche per questo.
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Per la sua unicità e per le sue caratteristiche stradine dove si respira la vera napoletanità e genuinità. Tra ragazzi che giocano a pallone in strada, schiamazzi e anche… i panni stesi. Talmente famosa nel mondo e apprezzata che nel 2009 Julia Roberts, stella del cinema mondiale, si fece travolgere dal fascino dei panni stesi di Napoli. Alcune scene del film internazionale «Mangia, prega, ama» furono girate negli stretti vicoli del quartiere di Forcella. Tanti e coloratissimi i panni stesi facevano da coreografia alle scene della pellicola. Tutto questo però per Manfredi & c. doveva essere cancellato
La bozza del regolamento con i panni stesi
Ma un pezzo di Fabrizio Geremicca per il Corriere del Mezzogiorno ha fatto saltare il banco. Nel suo articolo rivela che la giunta Manfredi ha inserito, nella bozza del regolamento di polizia urbana, che dovrà essere sottoposto all’approvazione del consiglio comunale, il comma E dell’articolo 11 che recita testualmente: «È vietato stendere o appendere biancheria, panni, indumenti e simili al di fuori dei luoghi privati, nonché alle finestre, sui terrazzi e balconi prospicienti la pubblica via quando ciò provochi gocciolamento sull’area pubblica»
Il chiarimento (inutile) di Manfredi
Dopo il servizio il primo cittadino è corso ai ripari e ha fatto dietrofront peggiorando le cose. «I panni stesi nei vicoli sono un elemento di rappresentatività un po’ della nostra città, non di mancanza di decoro. E’ ovvio che dobbiamo sempre mantenere – afferma Manfredi – un confine tra quella che è la nostra tradizione popolare e l’ordine, però non penso che questa ordinanza esisterà mai».
I panni stesi «resteranno, senza dubbio: sono stesi così perché nei vicoli stretti di Napoli, dove difficilmente entra il caldo del sole, solo in questa maniera si possono asciugare. E quindi, visto che noi i panni li vogliamo far asciugare ai nostri cittadini, non penso – conclude – che questa ordinanza esisterà mai». Troppo tardi, la figuraccia era già stata fatta. Le polemiche erano partite.
Martusciello: «Vietare lo sgocciolamento? Pensi al vero decoro della città»
«Vietare lo sgocciolamento? Il sindaco pensi a raccogliere la spazzatura e a pulire le strade, dando vero decoro alla città. Appare sempre più chiaro che Manfredi abbia perso la percezione della realtà se, con strade fatiscenti, sporche e malmesse si preoccupa dello sgocciolamento dei panni stesi. Con questa proposta Manfredi ha esposto la città al pubblico ludibrio inutilmente. Ci auguriamo che il consiglio comunale respinga all’ unanimità la proposta» ha dichiarato Fulvio Martusciello coordinatore cittadino di Forza Italia Napoli.
De Magistris: «Ma Manfredi è o’ ver’ o ci fa?»
«Il Sindaco che non c’è finalmente batte un colpo: vieta di stendere i panni sui balconi e le finestre di Napoli e vieta di giocare a pallone. Questa è la sua visione di città. Ma Manfredi è o’ ver’ o ci fa?» afferma invece l’ex sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. «Dopo il flop movida, le mazzate ai commercianti e ai giovani», Manfredi «se la prende pure con i panni stesi e con il pallone, nella città degli scugnizzi e di Maradona», aggiunge de Magistris.
«La verità è che Napoli non gli va giù, così come al suo capo politico De Luca. Sempre peggio sta andando professore Manfredi, Lei Napoli non la conosce e non la sente nel cuore e nell’anima. Si vede, basta guardarla in faccia». «Napoli – prosegue l’ex sindaco – è un pezzo grande del cuore, non è una poltrona da scaldare per mettersi a posto il portafoglio e la famiglia con la quadruplicazione dello stipendio e gestire nelle stanze del compromesso morale e politico il malloppo dello scandaloso patto per Napoli. Giù la maschera professore, la verità amara è che Lei non è napoletano e non lo vuole nemmeno essere».