Il titolare della Farnesina: «Autoreferenzialità andrebbe superata»
Che il Movimento 5 Stelle non fosse un buon momento ormai era chiaro a tutti. Ma quello che è ancora più lampante è la guerra intestina vissuta dai pentastellati. Conte mal digerisce le parole del ministro degli Esteri Di Maio. Fastidio più che ricambiato. Il titolare della Farnesina però ha deciso di bacchettare ancora una volta l’ex presidente del Consiglio. Con parole dure.
«Non si può sempre dare la colpa agli altri, non si può risalire all’elezione del Presidente della Repubblica per dire che le elezioni amministrative sono andate così male» ha detto Di Maio. Come a dire che i mali del partito sono anche di recente insorgenza. «Credo – ha aggiunto – che bisogna assumersi delle responsabilità rispetto ad una autoreferenzialità che andrebbe superata». Autoreferenzialità che più di una volta ha mostrato Giuseppe Conte, troppo convinto dell’amore che il popolo grillino gli conferiva.
«Non abbiamo mai brillato nelle elezioni amministrative: io ne sono testimone. Ma non siamo mai neanche andati così male. E questo succede quando l’elettorato è disorientato. Credo che il M5s debba fare un grande sforzo di democrazia interna. Voglio dirlo chiaramente: non c’è alcun processo interno o altro. Ma credo che l’Italia sia in un momento in cui ha bisogno di massima compattezza per vincere le sfide in un momento così difficile».
Il Movimento, per Di Maio, deve finirla di guardarla al passato. «Siamo – dice – una forza politica che guarda al 2050 poi in realtà guardiamo al 2018: quello era un altro mondo. Ora c’è una radicalizzazione in corso che anche rispetto alla politica estera e alle alleanze storiche vede un’ambiguità su cui io non concordo. Non credo che possiamo stare nel governo e poi, per imitare Salvini, un giorno sì ed uno no, si va ad attaccare il governo» ha concluso.