I giudici hanno disposto la derubricazione del reato contestato dai pm
Il Tribunale del Riesame di Napoli ha annullato le ordinanze di custodia cautelare per sei persone indagate dalla Procura di Napoli per la presunta truffa da 1,5 milioni di euro al Ministero della Cultura relativa al «bonus cultura 18App» da 500 euro riservato ai neo maggiorenni.
Tutti liberi dunque i sei indagati, uno dei quali era in carcere – Walter Esposito, titolare di una cartolibreria a Torre del Greco ritenuto la mente del raggiro – mentre gli altri cinque erano ristretti ai domiciliari dal 26 maggio scorso, quando era scattato il blitz della Guardia di Finanza, che aveva riguardato in totale 16 persone (eseguite altrettante misure cautelari, di cui una in carcere, undici ai domiciliari, tre obblighi di presentazione e uno di dimora).
Oltre ad Esposito, sono tornati in libertà la compagna 47enne di origine bulgara Desislava Slavova, i 23enni Marco Frieri, Giuseppe Piscitelli e Marco Amedeo Sanzari (quest’ultimo era gravato solo da obbligo di presentazione dopo essere stato rimesso in libertà pochi giorni dopo l’arresto da parte dallo stesso Gip che lo aveva fatto arrestare), e il 25enne Salvatore Farina.
La decisione è arrivata dopo che i giudici hanno disposto, su richiesta di difensori degli indagati (nello staff Rossana Ferraro, Franco Liguori, Danilo Riccio) la derubricazione del reato contestato dai pm di truffa ai danni dello Stato in quello più lieve di indebita percezioni di erogazioni pubbliche (articolo 316 ter codice penale), per il quale la legge non prevede la possibilità di emettere ordinanza di custodia cautelare; anzi il comma 2 della norma richiamata dal Riesame prevede solo una sanzione amministrativa nel caso di percezione non dovuta di una somma inferiore ai 4mila euro.
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