La lite maturata in un contesto familiare definito degradato
Vecchi rancori familiari, mai sopiti e ravvivati a Natale, in questi mesi degenerati sui social, in particolare a causa di un video costellato di offese su Tik-Tok, fino a sfociare nell’aggressione con l’acido: è maturata in un contesto familiare definito degradato e promiscuo l’agguato subìto dalle due sorelle di Napoli, all’una di notte di lunedì scorso, nel quartiere Sanità, a Napoli.
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Un vero e proprio raid, premeditato, con tanto di pedinamento, scattato dopo che gli aggressori, in sella a tre scooter, hanno accerchiato le vittime, anche loro su un motociclo. Secondo quanto si è appreso gli inquirenti sono riusciti a ricavare immagini eloquenti dell’accaduto e ad accertare che alla base del grave gesto ci sarebbero recondite vicende affettive che non vedono direttamente collegate le tre giovani.
La zia delle vittime, praticamente coetanea delle ragazze, che non ha ancora compiuto vent’anni (le vittime hanno 17 e 23 anni, quest’ultima anche madre di una bambina di pochi anni), subito dopo l’agguato compiuto forse con una bottiglia contenente liquido per sturare lavandini, si è resa immediatamente irreperibile. Sembra che l’obiettivo fosse la 17enne, che doveva essere punita per le sue esternazioni sui social. E’ lei quella che ha riportato lesioni più gravi, soprattutto sul viso e sulle gambe. La più grande ha riportato ustioni più lievi, ma che hanno interessato anche il viso.
Le parole della zia al vaglio degli inquirenti
La ventenne si è recata ieri in Questura, accompagnata dal suo legale: ha rilasciato dichiarazioni spontanee che, al momento, non trovano riscontro con il quadro probatorio acquisito dagli investigatori della Squadra Mobile, i quali stanno cercando di delineare gli ultimi dettagli ancora oscuri dell’accaduto sotto il coordinamento della sezione «Fasce deboli» della Procura di Napoli.
Agli agenti ha detto anche che la bottiglia con il liquido era in possesso delle vittime. Nel tardo pomeriggio di ieri, è stata sottoposta a fermo, provvedimento in cui si ipotizza il reato di «deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso», contestato in concorso. Gli inquirenti sono ancora al lavoro per dare un nome anche agli altri assalitori. La ventenne da ieri sera è chiusa nel carcere femminile di Pozzuoli, in attesa dell’udienza di convalida davanti al gip di Napoli.
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