I due leader al convegno organizzato da FareFuturo
«Giorgia Meloni nel centrodestra ed Enrico Letta nel polo di centrosinistra sono percepiti dagli italiani come coloro che possono garantire la collocazione internazionale dell’Italia in Europa e nell’Alleanza Atlantica, al di là delle divergenze politiche e consapevoli delle sfide che il Paese deve affrontare». Così il presidente del Copasir, Adolfo Urso, nell’introdurre il convegno sul rapporto «Freedom at risk: the challenge of the century’, organizzato da Fondazione FareFuturo e International Republican Institute (Iri) e che vedeva ospiti proprio i leader di FdI e Pd.
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«La destra italiana, nella sua storia – ha ricordato Urso – si è sempre espressa a favore della Nato; c’è stata invece un’evoluzione nella sinistra italiana, o in parte di essa». E sempre il presidente del Copasir ha sostenuto che circa dieci anni fa «con l’annessione della Crimea e l’azione nel Donbass per la Russia», ma anche per la Cina con la presidenza di Xi Jinping, «c’è stato un ritorno all’indietro da parte di due sistemi autoritari che sembravano diretti verso un’evoluzione democratica ed un’apertura al libero mercato».
La frustrazione per il funzionamento delle democrazie
L’ideale democratico è ancora forte, ma allo stesso modo è grande la frustrazione per il concreto funzionamento delle democrazie. E’ questo il dato più significativo che emerge dell’inchiesta globale «Freedoms at Risk: The Challenge of The Century» (Libertà a rischio: la sfida del secolo), in cui viene analizzata la percezione dell’opinione pubblica delle minacce alle democrazie, realizzata dall’International Republican Institute (Usa) e dalla Fondation pour l’Innovation politique (Francia) insieme alla Community of Democracies (organizzazione intergovernativa), la Konrad-Adenauer-Stiftung (Germania), il Genron Npo (Giappone), la Fundación Nuevas Generaciones (Argentina) e la República do Amanhã (Brasile).
La ricerca, pubblicata il 20 gennaio del 2022 e che non può ovviamente tenere conto degli effetti sull’opinione pubblica della successiva invasione dell’Ucraina da parte della Russia, L’inchiesta è articola in quattro parti: «Di chi hanno paura le democrazie», «Di che cosa hanno paura le democrazie», «In un fragile mondo democratico, l’attaccamento all’unione europea cresce più forte», «L’ideale democratico resiste».
Per il 58% degli italiani la democrazia funziona male
Trentanove le domande poste in 55 Paesi e 47.408 gli intervistati. In base ai dati dell’inchiesta, l’82% degli italiani indica preferenza per un Sistema democratico con il parlamento eletto che indirizza il governo. C’è fiducia nella democrazia, ma per la maggior parte degli italiani non funziona bene: il 58% degli italiani ritiene infatti che la democrazia nel proprio Paese funzioni molto male o abbastanza male. La popolazione italiana (come quella di molti altri paesi) sembra non fidarsi delle istituzioni politiche.
Appena il 18%, infatti, ha fiducia nei partiti politici, mentre stando ai dati della ricerca a riscuotere – forse perché le interviste sono state effettuate in piena pandemia – più fiducia è la scienza con l’86%, gli ospedali e i medici con l’83%, seguiti dalla polizia con il 71%, dall’esercito con il 65%, le pmi con il 45%. In fondo alla classifica, oltre ai partiti politici, i media (27%), il parlamento (37%), il sistema giudiziario (38%).
Al 40% il governo e al 43% le grandi imprese. L’indagine rileva che «l’Italia passa dal 33 per cento di europeisti del 2017 al 49 per cento del 2021». Dalla ricerca si rileva, inoltre, che è in crescita anche l’idea di un esercito europeo, che in «Italia passa dal 41 per cento del 2019 al 58 per cento del 2021, tre punti sopra la media europea».
Il botta e risposta tra la Meloni e Letta
Nei loro interventi il segretario del Pd e la leader di Fdi hanno offerto anche una riflessione a proposito della legge elettorale. «Deve essere maggioritaria» ha detto Meloni. «Da qualche anno – ha aggiunto – La politica fa di tutto per dimostrare che i cittadini non contano niente: mi piacerebbe sapere da Letta cosa pensa di chi dice, penso a Zingaretti che – pur essendo governatore del Lazio da 10 anni, proprio grazie a questa legge elettorale – sostiene che il maggioritario è instabile. Mi chiedo, ma è normale che in Italia si abbia il costume indegno di cambiare la legge elettorale ogni volta e proprio alla vigilia delle elezioni?», chiede Meloni al segretario del Pd.
Che risponde: «Con Giorgia Meloni non abbiamo discusso di legge elettorale, ma abbiamo parlato delle differenze che esistono fra i nostri partiti e sono differenze marcate anche in termini di collocazione europea, di ruolo dell’Europa. Per me esiste la sovranità europea che è quella che oggi può difenderci. Da questa vicenda possiamo trarre insegnamento per una politica di sicurezza e difesa europea perché il futuro deve essere la difesa europea. Per me è quella la priorità».