Amazon Draghi ha consegnato al sindaco Manfredi, l’ennesimo «pacco per Napoli»

di Mimmo Della Corte

Come si riduce il divario se, a chi è in ritardo, viene assegnata una quota inferiore di quella attribuita a chi è in vantaggio?

E continuano a prenderci per i fondelli. Dopo aver sottoscritto, insieme al neo sindaco partenopeo, Gaetano Manfredi, il cosiddetto patto (forse, però, sarebbe più consono definirlo, pacco) per Napoli, superMario Draghi, ha detto che: «Italia ha bisogno che il Mezzogiorno sia motore del Paese» e che «l’obiettivo del Pano Nazionale di Ripresa e Resilienza (finanziato dall’Europa i fondi Recovery, ndr) è colmare i divari territoriali, ormai insopportabili. Il reddito pro capite del Mezzogiorno è infatti poco più della metà di quello del Centro-Nord e il tasso di disoccupazione è più del doppio».

E questo senza neanche dire – come si legge, nella «Prima relazione istruttoria sul rispetto di destinazione alle regioni del Mezzogiorno di almeno il 40% delle risorse allocabili territorialmente» del 9 marzo scorso, del Dipartimento per le politiche di coesione (nucleo di Valutazione e Analisi della Programmazione, che fa riferimento proprio alla Presidenza del Consiglio ovvero proprio a lui – che «nel tempo la valutazione di indirizzo territoriale delle risorse potrà modificarsi alla prova dell’attuazione più avanzata, sia al che al ribasso».

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In verità, dei ritardi del Sud, però, eravamo a conoscenza anche noi terroni, non c’era bisogno che venisse a ricordarceli lui. Piuttosti avremmo preferito ci spiegasse come si fa a recuperare un divario se – nel dividere le risorse disponibili – a chi è già in ritardo, il Mezzogiorno, viene assegnata una quota (40%) inferiore di quella (60%) attribuita a chi, Centro-Nord, è già in vantaggio.

Spero lo abbia spiegato almeno al neo sindaco di Napoli e compagni che ancora festeggiano per l’elemosina del governo che anziché alleviare l’enorme massa debitoria di San Giacomo, con una cifra decisamente inferiore (lo Stato verserà nelle casse comunali circa 1 miliardo e 300 milioni di euro spalmati in 20 anni) alla debitoria gia consolidata (5 miliardi) di Palazzo San Giacomo. Quando si renderanno conto che anche la nostra pazienza ha un limite.

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