Negli ultimi vent’anni il livello occupazionale è cresciuto nella media nazionale del 2,6%, mentre al Sud è diminuito del 3,6
Non solo i tassi di occupazione del Sud sono strutturalmente più bassi (22 punti percentuali in meno rispetto al Nord), ma anche il tasso di variazione dell’occupazione negli ultimi vent’anni, mentre è cresciuto nella media italiana del 2,6 %, al sud ha registrato un valore negativo -3,6%.
Non è che il ritardo dei livelli occupazionali del Mezzogiorno non fosse già noto, e da tempo, ma se a certificarlo è l’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (già Isfol Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori) diventa quasi una denuncia che meriterebbe da parte dei palazzi del potere una ben maggiore considerazione di quella che solitamente viene riservata a indagini e rapporti relativi al Sud e la sua condizione occupazionale.
Soprattutto se, a questo si aggiunge il tasso di inattività dei 15-64enni che nel Mezzogiorno nel 2020 ha raggiunto il 47%, con una quota rilevante di donne: 60% contro il 44% della media italiana. Di più, un terzo circa (32% maschi e 34% femmine) non studia e non cerca lavoro (neet). Il Meridione inoltre registra un reddito per abitante di 19 mila euro, poco più della metà di quello delle regioni del Nord e solo il 55% rispetto alla media del Centronord.
L’inaugurazione della nuova sede
Una fotografia in chiaroscuro quella che l’Inapp ha scattato in occasione dell’inaugurazione della nuova sede operativa dell’Istituto a Benevento, un polo che ha come obiettivo quello di dialogare con le istituzioni, gli stakeholders, le università e i centri di ricerca del Sud per fornire un supporto agli attori del territorio in termini di approfondimento di analisi e di promozione di collaborazioni per la qualificazione delle politiche di intervento.
All’evento hanno partecipato il sindaco di Benevento, Clemente Mastella e il presidente facente funzioni della Provincia, Nino Lombardi. Ad introdurre i lavori sono stati il presidente dell’Inapp, prof. Sebastiano Fadda e il presidente dello Svimez, Adriano Giannola, mentre il direttore dell’Istituto, Santo Darko Grillo ha coordinato la tavola rotonda su “Sviluppo economico e occupazione nel Mezzogiorno: problemi e prospettive”, a cui hanno partecipato Domenico Scalera (Università degli Studi del Sannio), Luca Bianchi (Direttore Svimez), Francesco Pastore (Università della Campania “Luigi Vanvitelli”), Armida Filippelli (Assessore Formazione Professionale – Regione Campania) e Gianna Elisa Berlingerio (Direttore Dipartimento SviluppoEconomico – Regione Puglia).
Gli interventi conclusivi della giornata sono stati affidati al Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini, ad Andrea Bianchi, Segretario Generale Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Domenico Gambacorta, Consigliere del ministro per il Sud e la Coesione territoriale.
L’Inapp: «Sono aumentate le diseguaglianze»
«L’Inapp intende declinare, con particolare riferimento alle specificità del Mezzogiorno, le attività di ricerca e di assistenza tecnico-scientifica e offrire un punto di contatto e di confronto per gli amministratori locali e gli operatori del mercato del lavoro» – ha spiegato il presidente prof. Sebastiano Fadda – «Negli ultimi vent’anni il quadro dell’occupazione del Sud è peggiorato, sono aumentate le diseguaglianze e sono le donne e i giovani quelli maggiormente penalizzati. La mannaia della pandemia prima e il conflitto in Ucraina adesso con l’impennata dei costi delle materie prime rischiano di aggravare ancora di più la situazione».
In questo contesto «si inseriscono i finanziamenti di 82 miliardi, pari al 40% delle risorse territorializzabili del Pnrr oltre alle risorse dell’Accordo di partenariato per la politica di coesione 21-27, che hanno come obiettivo proprio quello di attenuare i divari storici tra il Centro-Nord e il Sud nelle infrastrutture fisiche e digitali, nell’ecologia e nei servizi pubblici quali l’istruzione, la sanità e la Pubblica Amministrazione».
«L’Inapp con la sua sede a Benevento, attraverso le sue analisi sulle politiche pubbliche intende svolgere una funzione di catalizzatore per promuovere l’elaborazione di strategie organiche di intervento nelle aree del Mezzogiorno e per favorire l’integrazione fra la programmazione delle politiche del lavoro e quella delle politiche di sviluppo del territorio» ha concluso.
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