Violenze in carcere, agente sospeso: avrebbe minacciato i detenuti per farli ritrattare

di Redazione

Il vice-ispettore avrebbe agito con altri agenti non ancora identificati

Avrebbe minacciato i detenuti che lo avevano denunciato per indurli a rendere dichiarazioni a suo favore: è con questa accusa che un vice-ispettore della Polizia penitenziaria imputato nel processo per le violenze commesse il 6 aprile 2020 ai danni di detenuti al carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), è stato sospeso dal servizio per la durata di sei mesi.

La misura è stata emessa dal Gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Procura per il reato di intralcio alla giustizia, ed è stata notificata al vice-ispettore dal Nucleo Investigativo Centrale di Roma del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.

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L’agente non era stato raggiunto nel giugno scorso dalle 52 misure cautelari emesse dal Gip di Santa Maria Capua Vetere Sergio Enea nei confronti di poliziotti e funzionari del Dap, ed essendo in quel momento solamente indagato, aveva continuato a lavorare nel carcere dove l’anno prima aveva preso parte alle violenze, a stretto contatto con alcuni dei detenuti che avevano denunciato i pestaggi.

Secondo quanto accertato dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere (Procuratore Carmine Renzulli), il poliziotto, dopo il 6 aprile 2020, avrebbe esercitato pressioni verso i detenuti vittime dei pestaggi, alcuni dei quali denunciarono le violenze già pochi giorni dopo i fatti. Il vice-ispettore avrebbe agito con altri agenti non ancora identificati, arrivando a minacciare in modo violento quei detenuti che avevano denunciato lui e i suoi colleghi.

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Le minacce dopo gli arresti di giugno

Le minacce sarebbero proseguite anche dopo gli arresti del giugno scorso, e dopo la notifica nel successivo mese di settembre dell’avviso di conclusione indagini, cui hanno fatto seguito la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura e l’avvio, il 15 dicembre scorso, dell’udienza preliminare, tuttora in corso. In questi mesi il vice-ispettore avrebbe continuato ad avvicinare con modi violenti quei detenuti vittime dei pestaggi, molti dei quali costituitisi parte civile nel processo; proprio alcuni detenuti hanno raccontato agli inquirenti delle pressioni subite dal poliziotto per ritrattare le accuse a suo carico.

L’ultimo approccio tentato dal poliziotto sarebbe avvenuto appena nel dicembre scorso, dopo l’inizio dell’udienza preliminare. Con il vice-ispettore oggi sospeso sono in totale 108 gli agenti della penitenziaria e funzionari del Dap imputati nel processo per i pestaggi – che il Gip definì «un’orribile mattanza» – avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere; per trentadue agenti, che hanno avuto un ruolo più marginale, la Procura ha avanzato proposta di patteggiamento.

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