Il problema del Centrodestra? Chi tiene un piede in due scarpe

La Lega rilancia la federazione di partiti, ma non è una soluzione

Nel Centrodestra urge una riflessione. Se da un lato Silvio Berlusconi e Antonio Tajani giocano la loro partita un po’ più defilata, Matteo Salvini e Giorgia Meloni non si risparmiano frecciate. Entrambi però concordano che nella coalizione bisogna lavorare per ritrovare unità e aggiustare un po’ di cose. Ieri il leader della Lega ha rilanciato la sua idea di creare una federazione di partiti o un partito repubblicano in stile Usa.

«Il nostro modello – scrive Salvini in una lettera pubblicata da il Giornale – può essere quello del Partito repubblicano americano: la federazione di centrodestra delle forze che appoggiano il governo Draghi sarà  uno spazio politico ove troveranno ospitalità le varie anime e le diverse sensibilità di una cultura politica alternativa al progressismo di sinistra, tutte diverse, pur nella comune cornice qui delineata, ma tutte protese verso uno stesso obiettivo politico».

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Un modo che potrebbe nascondere un tentativo di tenere sotto controllo gli alleati e anche l’area del governatore Toti che da mesi sta flirtando con Matteo Renzi con cui è arrivato addirittura a ipotizzare un partito unico.

Meloni: «Ci sono responsabilità molto chiare in quello che è accaduto»

Intanto Giorgia Meloni va all’attacco chiedendo chiarezza. «Se si sta con il centrodestra, bisogna fare il centrodestra e non ogni volta scegliere il centrosinistra o alleanze di governo». Siluri in direzione di Tajani e Salvini che, durante la lunga settimana del Quirinale, hanno dovuto fare la spola continua tra i tavoli del centrosinistra e quelli del centrodestra. Dando quasi l’impressione di essere burattini nelle mani di qualcuno più in alto.

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«La ragione per cui non intendiamo fare buon viso a cattivo gioco è che ci sono responsabilità molto chiare in quello che è accaduto: nella sinistra sicuramente ma anche nelle scelte che hanno fatto alcuni del centrodestra» tuona da Rete4 la leader di Fratelli d’Italia che spiega: Hai «un pacchetto di maggioranza relativa e quindi sei quello che dà le carte. Ma qual è la condizione per dare le carte? Dimostrare che sei compatto e determinato ed è questo che non c’è stato». Come nel caso del voto a Elisabetta Casellati dove sono mancati i voti di parte di Forza Italia e dei centristi del presidente della Regione Liguria.

Il gioco di Giovanni Toti

E proprio il presidente della Regione Liguria è quello che scatena più perplessità con i suoi continui giochetti e tentativi di acquistare potere. Sembra quasi che in quella coalizione provi fastidio più che altro. Toti ieri però ha spiegato: «Riguardo al mio orientamento politico serenamente confermo che la nostra visione è stare nel centrodestra di cui facciamo culturalmente parte. Ma tutti i leader sono consapevoli che è nostro compito allargare la coalizione sul lato sinistro conquistando anche forze che oggi non ne fanno parte. Bisogna sapere accogliere, un centrodestra ideologico non può essere riferimento unico. Ci sono forze cattoliche e laiche ed è nostro compito accoglierle».

In pratica sono di destra ma guardo a sinistra

Ecco, forse il problema del Centrodestra sta proprio lì, da Salvini (leader della coalizione) a Berlusconi, fino a Toti. Ci sono troppi personaggi che vogliono tenere un piede in due scarpe. Non si può pensare di far parte di una coalizione e poi dialogare con chi, di continuo, ti delegittima. Letta non è mai stato tenero nei confronti di Salvini.

Eppure la Lega si ostina a voler far parte di una maggioranza che non la vuole. Idem Forza Italia che ha ancora in Silvio Berlusconi il suo leader. Eppure quando si vociferava di una sua candidatura al Quirinale dal Pd e dal M5S son ricominciati gli insulti e FI ha taciuto. Si può continuare così? Farsi insultare e fare finta di niente accettando tutto? Il Centrodestra dovrebbe cominciare a fare il Centrodestra e non confondersi nella mischia sperando di raggranellare qualche contentino da «vendersi» durante il periodo elettorale.

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