Quirinale | Giorgia Meloni queen maker, ma diatribe interne a Forza Italia vanificano la mossa Casellati

di Rino Nania

La sinistra non volendo riconoscere prestigio e numeri fa rimanere la Repubblica Italiana nel pantano, astenendosi dal voto

Gettando sul tavolo la carta Casellati il Centrodestra ha dimostrato di sapersi giocare il jolly, ma ancora non sembra giunto il momento per la nuova Presidenza della Repubblica. I franchi tiratori del Centrodestra evocano più diatribe interne a Forza Italia che vere e proprie divisioni insanabili.

La seconda carica dello Stato è stata già una scelta autorevole condivisa da questa porzione di parlamento quando è stata eletta presidente dell’assemblea, tuttavia i rumors diffondono scetticismo e poca determinazione. La sinistra in questa evenienza ha già mostrato tutta la sua dimensione egemonica, negando la vigenza delle regole e cercando di brutalizzare i rituali adempimenti specchio di prassi consolidate e di numeri che danno un senso alla democrazia.

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Casellati il 4 febbraio Presidente della Repubblica

Così non volendo riconoscere prestigio e numeri la sinistra fa rimanere la Repubblica Italiana nel pantano, astenendosi dal voto. Ebbene con questo suo atteggiamento strumentale, subdolo, prepotente e senza esiti positivi condurrà il 4 febbraio p.v. la Senatrice Casellati, ad assumere, per ruolo istituzionale, la carica del Presidente della Repubblica in regime di prorogatio.

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In tutto questo contesto di un confronto essenzialmente tattico si delinea e staglia la figura di Giorgia Meloni che rimane legata coerentemente alla sua storia personale fatta di dedizione ad uno spirito e rispetto istituzionale con cui intende professare valori radicati nel concetto di nazione da coniugarsi alla sincera onestà che vuole la politica al servizio delle comunità e declinata all’insegna della solidarietà diffusa ed alla sussidiarietà praticata.

Comunque vadano le presidenziali ovverosia che sia la Casellati, Casini oppure Draghi ad assurgere alla prima carica dello Stato, fatto sta che Giorgia Meloni rimane il politico di riferimento che parla una sola lingua quella che vuole il Centrodestra unito e soprattutto con una guida credibile in grado di rendere giustizia al principio di dignità della politica e soprattutto che sia in grado di rappresentare una classe dirigente che risponda agli interessi italiani, munita di entusiasmo, visione e progetti per un’Italia democratica, civile, partecipe.

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