Il consigliere: «Gli amministratori delle partecipate del Comune dovrebbero dimettersi»
«I primi 100 giorni del sindaco Manfredi sono stati caratterizzati dalla riapertura della galleria Vittoria, dall’approvazione del bilancio lasciato in eredità dall’amministrazione passato per finire all’ottenimento del Patto per Napoli, ma, invece di soffermarci su quello che è stato fatto, leggo articoli di giornale contenenti dichiarazioni a mio avviso inopportune. Soprattutto vedo cose strane e sento tante lamentele che mi destano dubbi e perplessità».
Lo ha dichiarato Luigi Musto, consigliere comunale di Napoli che continua: «In primis vorrei ricordare, a chi nelle ultime ore critica per una “pseudo fase di immobilismo” nelle municipalità, che le elezioni amministrative sono avvenute in autunno, le acclamazioni sono state fatte tra fine novembre e inizio dicembre e tra il consiglio di insediamento, delibere deleghe per le commissioni, capi gruppo nonché le festività natalizie, i tempi attesi per le istituzioni delle commissioni sono in linea rispetto alla complessa macchina comunale».
«Anche le “preoccupazioni” avanzate rispetto alle nomine degli assessori municipali mi desta sincero imbarazzo. Facendo passare il messaggio che ci sia chissà quale cospirazione alle spalle della stessa. Ribadisco ancora una volta, i tempi tecnici sono ampiamente rispettati e sono certo – aggiunge Musto – che anche per questa partita si agirà nei prossimi giorni, sulla falsa riga di ciò che è avvenuto per il Comune, avvalendosi di alti profili che siano espressione delle componenti maggiormente rappresentative nei 10 parlamentini, ma soprattutto, che portino un know how importante da mettere a disposizione dei territori».
«Inoltre – continua il consigliere della ‘Lista Manfredi’ – questo modus operandi per tenere alta la tensione, con il vile tentativo di accaparrarsi qualche nomina, mi desta tanta preoccupazione sul tema partecipate. Infatti, oltre ad essere oggetto di numerosi articoli letti negli ultimi giorni, noto un atteggiamento e un disservizio anomalo. Ci tengo a precisare che nel mio intervento nel Consiglio d’insediamento ho letteralmente chiesto al Sindaco di “rivoltare come un calzino il management delle partecipate”, e oggi non intendo arretrare di un centimetro rispetto a ciò che penso e che pensavo un mese e mezzo fa».
«La buona gestione di una città si vede dall’efficienza dei propri servizi, e questo non è il caso della Napoli ereditata dalla vecchia amministrazioni. Per questo ci vuole discontinuità e sono convinto che si andrà verso questa direzione. Molto probabilmente non sono l’unico ad avere questo sentore. Non vorrei che, magari, questo mio sentore sia il movente di strani eventi come una improvvisa crisi dei rifiuti. Sicuramente non eravamo la città più pulita d’Italia ma erano anni che non vedevamo cassonetti pieni e non dismessi, oppure uno inusuale metodo di fatturazione del servizio idrico che passa da una fatturazione da 90 a 115 giorni facendo lievitare le stesse a discapito degli utenti, che verrà, molto probabilmente ripristinato a partire dal mese di febbraio. A pensar male si fa peccato ma avvolte ci si azzecca!»
In conclusione, il consigliere dichiara: «È ora di finirla con attacchi e critiche sterile, ma soprattutto con i troppi fatti strani! A parer mio gli amministratori delle partecipate del Comune dovrebbero dimettersi, sulla falsa riga di ciò che sta avvenendo in ASIA, e magari daremo fine a sterili quanti inutili atteggiamenti».
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