Attanasio, l’annuncio della polizia congolese: «Fermati i presunti assassini dell’ambasciatore»

di Fabio Maresca

Il gruppo avrebbe voluto rapire l’ambasciatore per chiedere un riscatto

Prima svolta nelle indagini per l’omicidio dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio nella Repubblica democratica del Congo. A quasi un anno dall’agguato in cui perse la vita insieme alla sua scorta, il carabiniere Vittorio Iacovacci, e all’autista del Pam Mustafa Milambo, la polizia del Nord Kivu ha annunciato l’arresto dei presunti assassini del diplomatico, ucciso il 22 febbraio 2021.

Seduti per terra, le manette ai polsi, circondati da agenti armati, 6 uomini sono stati indicati dal comandante della polizia della provincia orientale del Paese, Aba Van Ang, come membri di «tre gruppi di criminali che hanno insanguinato Goma». «Tra loro, il gruppo che ha attaccato il convoglio dell’ambasciatore», ha detto, presentandoli ad alcuni giornalisti locali – che hanno postato foto e video – e al governatore militare del Nord Kivu, il generale Constant Ndima Kogba.

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Il capo della banda ancora in fuga

A premere il grilletto sarebbe stato il capo della banda, dedita ai sequestri di persona, che risponde al nome di ‘Aspirant’ e che però «è ancora in fuga», ha aggiunto Aba Van Ang. «Ma sappiamo dove si trova, e speriamo di trovarlo». Sempre secondo il comandante della polizia locale, che non ha fornito dettagli sulle circostanze degli arresti, il gruppo avrebbe voluto rapire l’ambasciatore per poi chiedere un riscatto da un milione di dollari.

Ma quando ‘Aspirant’ ha sparato all’ambasciatore in fuga, uccidendolo, i loro progetti sono andati in fumo. Gli altri arrestati fanno parte invece di due gruppi, chiamati Bahari e Balume, ritenuti responsabili di diversi omicidi e di attacchi a scopo di rapina. Al momento dell’agguato, Luca Attanasio era in missione fuori da Goma con il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite che avrebbe dovuto garantirne la sicurezza.

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Appena pochi giorni fa il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, aveva scritto al Pam chiedendo «la massima collaborazione con la magistratura italiana» per contribuire a far luce sull’uccisione di Attanasio, Iacovacci e Milambo. Il giovane diplomatico ha ricevuto lo scorso dicembre dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella la ‘Gran Croce d’onore’ postuma ed è stato promosso Ambasciatore di grado dalla Farnesina.

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