Stazione Bayard, il terminale della prima ferrovia d’Italia un patrimonio storico da salvare

di Luigi Rispoli

Quel che resta della stazione Bayard oggi è completamente abbandonato

Si discute molto in Italia, e non è un caso, sull’enorme patrimonio storico artistico in pericolo e da salvaguardare, non solo per il suo valore storico e artistico, ma anche sociale e identitario. Il perché è facile da intuire, racconta da dove veniamo, chi siamo stati e chi siamo oggi. Lo testimonia a noi, nel presente ma anche a chi verrà dopo di noi, nel futuro. In larga parte questo patrimonio non è neanche molto conosciuto ed è a rischio di deterioramento, di estinzione come «‘A strada ‘e Fierro», il terminale della prima ferrovia d’Italia, la Napoli-Portici.

Passando per il Corso Garibaldi a Napoli, di fianco al terminale della Circumvesuviana, si può scorgere un rudere di tufo che è quel che resta della stazione Bayard, una sensazione di degrado e abbandono che ha interessato il terminale ferroviario che fu primato del Regno duosiciliano.

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La facciata esterna della stazione da dove partiva il treno che collegava le stazioni di Napoli e Portici, inaugurato il 3 ottobre del 1839, è irriconoscibile.

Oggi quel pezzo di storia nascosta da erbacce e cartelloni pubblicitari, si sta sbriciolando e Napoli corre il rischio di perdere un ulteriore tassello della sua identità che oggi rimane viva solo grazie alla stele commemorativa che fu innalzata a memoria del fatto che Giuseppe Garibaldi, il 7 settembre 1860, prese possesso della città come dittatore seduto comodamente in treno, e precisamente su un vagone della mitica linea ferroviaria.

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La parte centrale dell’ingresso monumentale della vecchia stazione (sopraelevata di un piano rispetto al volume originario), conserva quasi completamente ancora il piano terra, compreso i vani laterali adibiti a biglietterie ancora con le grate di ferro della recinzione. Impossibile vederli, l’area è a rischio crolli ed è transennata da anni da un muro.

La richiesta al ministro Mara Carfagna

Per questo motivo, a nome dell’Associazione Informazione Giovani Europa che presiedo, qualche giorno fa ho preso carta e penna ed ho scritto al Ministro per il Sud, Mara Carfagna, chiedendo il suo impegno per inserire il progetto di riemersione delta stazione all’interno del parco progetti che saranno finanziati con il PNRR.

Stazione Bayard

La cosiddetta «questione Bayard» è una battaglia per cui vale la pena lottare anche perché considero il recupero della stazione non solo una fondamentale opera di salvaguardia della nostra identità, ma anche una possibile occasione di sviluppo per una delle zone della città che maggiormente soffre di una situazione di degrado e disagio sociale.

Infatti, la costruzione si trova in una zona di grande interesse storico e turistico con la stazione centrale a pochi passi e quella della Circumvesuviana posta proprio di fianco che porta a Pompei, Sorrento ed altre località turistiche dell’area metropolitana di Napoli.

Oggi il sito potrebbe essere restituito agevolmente alia sua configurazione planovolumetrica originaria destinandolo a museo della prima ferrovia italiana ed a centro di informazioni turistiche dell’area metropolitana di Napoli. In particolare, sulla testata dei binari potrebbero essere collocate alcune locomotive e carrozze del tempo in modo da rievocare concretamente la memoria di uno dei più prestigiosi primati del Regno di Napoli.

Il progetto del professor Aldo Loris Rossi per la stazione Bayard

Il progetto di recupero esiste ed è firmato dal compianto prof. Aldo Loris Rossi, della Università Federico II, e punta a dare nuovo impulso socioeconomico ad una delle aree più importanti del nostro centre storico, trovandosi a pochi passi dalla Basilica del Carmine Maggiore, dalla Chiesa di S. Eligio e di S. Croce al Mercato, dalla vecchia cinta muraria aragonese.

Nel progetto si parla dell’apertura di un percorso che dalla Bayard porti direttamente alla Circumvesuviana (e alla metropolitana) mediante un collegamento sotterraneo che restituisca al sito il suo aspetto originario. Così anche i turisti potranno ammirare uno dei simboli della storia risorgimentale. All’interno della stazione potrebbe nascere, infatti, oltre al museo, anche un centro di informazioni turistiche, utile accompagnamento alle vie dei siti archeologici di Ercolano e Pompei. Restiamo in attesa di una risposta dal Ministro Carfagna e siamo fiduciosi che possa essere positiva per dare il via ai lavori di riemersione della Stazione.

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