Tra i cittadini e le Istituzioni comunitarie e nazionali c’è di mezzo l’Oceano Pacifico
«Con gli accordi di Maastricht ci si avvia ad un’Europa monetaria che sicuramente condizionerà quella politica. Non sarà l’Europa dei Popoli, ma essenzialmente l’Europa dei sistemi finanziari». Lo sosteneva Giorgio De Angelis alla fine del 900, quando l’Ue non era ancora partita. Ed ha avuto ragione.
Quella di oggi è «l’Europa dei mercati» con fortissima caratterizzazione finanziaria e pochissima socio-umanitaria. Gli europei se ne sono resi conto. A Brexit consumata da tempo, una ricerca dell’Istituto Ifop per conto del think tank Europanova, ripresa in Italia dal ‘Corsera’, ha rilevato che solo il 33% di tedeschi, italiani e francesi (i tre Paesi più grandi), «è fiero di sentirsi europeo», un altro 33% lo è del proprio Paese e un 34 non lo è di nessuna. Tra i cittadini e le Istituzioni comunitarie e nazionali, insomma, c’è di mezzo l’Oceano Pacifico. Distanza destinata ad allargarsi.
Dopo vent’anni l’Ue non ha una Costituzione che statuisca diritti, doveri e limiti di cittadini e Istituzioni, e in nome di un trattato finanziario – nel silenzio «globale» di governi, parlamenti nazionali e media – ogni giorno taglia fette di democrazia agli Stati, affidandoli ad una Commissione che nessuno ha eletto e neanche conosce. Di più, in vista della modifica del Patto di Stabilità, Gentiloni ha proposto di affidare proprio a questa il compito di decidere quanto debito annuo gli Stati possano fare.
Senza tener conto delle condizioni del Paese, cedendo a Bruxelles anche la sovranità sulle spese nazionali. Il Parlamento perderà potere e votare sarà inutile. Oltre il reddito di cittadinanza, avremo quello di «politicante». Inoltre, dal 2026, l’Ue – per ripagare i debiti del NGE, iscritti a bilancio – ha deciso di tassare per 17 mld annui emissioni e profitti delle multinazionali. Che le ribalteranno sulle famiglie, i cui costi, come oggi con il caro bollette (luce +55% e gas +42), arriveranno alle stelle
Ma chi sta peggio è il ‘Belpaese’
Sull’Italia, oltre i provvedimenti che coinvolgono tutti, ne piovono altri che sembrano avere come unico obiettivo, quello di creare problemi alle nostre eccellenze agroalimentari, che forse non piacciono a Ursula von der Leyen, affascinata dalle multinazionali della nutrizione (fra cui, quelle di: Bill Gates per il falso filetto e Leonardo Di Caprio per le bistecche sintetiche) che già controllano il 70% del mercato del ‘trasformato’.
Il bando da 14 mld di dollari, per esempio – sottopone l’accesso ai fondi, all’obbligo del ‘Nutri-score’ (il semaforo che accende il verde ai cibi fasulli e il rosso ai genuini) e al ‘Piano Anticancro’, della commissione europarlamentare Beca – favorisce chi produce carne sintetica e taglia fuori le italiane che producono: salumi, carni rosse, vino e birra. E, per limitarne il consumo, prevede anche allarmi sulle etichette e tasse aggiuntive.
Purtroppo, euroburocrati e ‘trasformisti’, hanno deciso che eccellenze italiane e dieta mediterranea vanno sostituite da cibi da laboratorio: bistecche sintetiche e falso filetto e vermi, locuste, bachi, carni di coccodrillo e di serpenti. Altro che formaggio senza latte e cioccolata senza cacao.
La collaborazione fra Francia e Italia
Senza dire della lealtà di Macron verso l’Italia: il 26 novembre ha firmato con Draghi il ‘patto del Quirinale’ per la collaborazione fra Francia e Italia e 7 giorni dopo, con la scusa della crisi energetica ha chiesto e ottenuto il via libera alla propria energia nucleare, e incassato il «no» al raddoppio (da 10 a 20 mld) richiesto dall’Italia, del metano trasportato con il gasdotto del Tap, che arriva in Puglia attraversando l’Adriatico.
Di più, come mai proprio adesso l’Agenzia Spaziale Europea, con sede (solo un caso?) a Parigi ha commissariato quella italiana, ancora come mai il ministro Colao le ha immediatamente affidato la gestione di 1,2 mld, (la metà dei 2,4 che il Pnrr Spazio aveva destinato all’Italia) e altri 120 mln per la realizzazione di un progetto sui motori Avio? Naturalmente, dovremo anche retribuirne l’opera.
E sei anni fa, a marzo del 2015, con il trattato di Caen, la Francia si era già vista consegnare da Gentiloni (sempre lui!) le acque territoriali a nord della Sardegna, a est, a ovest e verso la Liguria e con la riforma di Schengen, e oggi ha ottenuto che la polizia pattugli i nostri confini. Ai profughi è interdetta la Francia, non l’Italia.