Il leader dei 5S Giuseppe Conte ad Atreju 2021
Pungolato da Franco Bechis e interrogato, oltre che dal direttore de «Il Tempo», anche dal responsabile del Tg2 Gennaro Sangiuliano, Giuseppe Conte ha provato ad arrampicarsi sugli specchi per nascondere di aver rifiutato la candidatura al seggio di Roma Centro liberato da Gualtieri, per candidarsi a sindaco di Roma, solo per la paura di non essere eletto.
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Un seggio per altro blindato, dove il Pd nelle ultime amministrative ha ottenuto il 62%, ma che la minaccia di Calenda di contenderglielo, l’ha reso certamente meno appetibile.
Questo, però, Conte – ad Atreju ospite del «Natale dei Conservatori», organizzato da Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni, si è guardato bene dall’affermarlo – preferendo assicurare di averlo fatto per avere il tempo necessario a «coccolare» il M5s ed aiutarlo a crescere. Anche se questo significa vivere senza stipendio e solo con i risparmi messi insieme, in precedenza, con la sua attività di «paglietta». Sicché, «una volta scelta la via della politica – ha detto – ho chiuso il mio ufficio, ho riscosso le fatture e vivo con quello che avevo da parte: ma da quando ho assunto questa responsabilità ho tirato una linea».
Ma basta leggere quanto ha detto per rendersi conto che si tratta di dichiarazioni «buone per tutte le stagioni». Accettabili per la Destra, plausibili per la sinistra, credibili per il Centro. Ma allora, per carità, con chi sta Giuseppi?
Poi, parlando del governo, ha ribadito. «Non avrei messo da parte il piano di digitalizzazione per la Pubblica amministrazione». E neanche «Il cash back ci ha consentito di riaprire i negozi, altrimenti saremmo stati tutti a comprare sulle piattaforme online, che pagano poche tasse».
E sul futuro dei 5stelle ha anticipato che fa un po’ anche li pentastellati avranno il loto Pantheon di «eroi ed idee». «Tra un po’ parte la scuola di formazione e cominceremo a definire il nostro pantheon. Nella costellazione ideale ci sono tutti gli italiani che hanno onorato la storia patria, da De Gasperi in avanti, lavorando con disciplina e onore, non pensando al tornaconto personale».
Le Riforme Costituzionali
«Spero si possa discutere con FdI, ma affrontiamo prima la legge elettorale, ora è presto». Poi, rivolto a Meloni, «Sarai tu la leader del centrodestra? Sei già sicura», ha domandato sorridendo,
Silvio qualcosa di buono ha fatto «Berlusconi ha avuto un grande consenso, ha interpretato il sentire del Paese, cogliendone il desiderio di bipolarismo e ha contribuito a spingere i partiti di destra verso una destra moderna e di governo. Evidentemente, Giuseppi non c’era o se c’era dormiva nel 1972, quando Giorgio Almirante (MSI) e Alfredo Covelli (PDIUM) misero insieme i loro due partiti, facendo nascere la Destra Nazionale, che si aprirono e aprirono il dialogo con le altre formazioni partitiche.
Non sono di centrodestra ma non augurerei mai la fine di FdI «Io mi sento portato in una prospettiva diversa dal centrodestra: vi voglio leggere un messaggio non dico di chi è. Su twitter ho letto: «Ogni cinque stelle dovrebbe restare fuori da ogni attività se non quella di vendere il chinotto allo stadio…». Io non offenderei mai l’elettorato di Fdi e non mi porrei mai l’obiettivo della distruzione di FdI (applauso). Non ho problemi con Calenda e Renzi, magari loro hanno problemi…».
Non è scritto da nessuna parte se il Capo dello Stato debba essere di Destra o Sinistra
«Serve una discussione ampia, aperta a tutte le forze politiche per avere una figura di alto valore e rilevanza morale». «Non è scritto da nessuna parte che il Presidente deve avere una provenienza politica particolare».
Il Carcere ostativo deve rimanere: «Sono molto contento che sull’ergastolo ostativo FdI abbia le idee chiare e che ci sia stata convergenza: è stata una grande battaglia lanciata da Falcone e Borsellino e su questo punto non dobbiamo cedere».
La Riforma della Giustizia sì, ma non per voglia di rivalsa della politica «No a rivalsa del potere politico su quello giudiziario. Personalmente qualcuno lo firmerei e voterei anche io. Ma in qualcuno di essi c’è il tentativo di interpretare una prospettiva politica in cui si rivendica la voglia di dare qualche scappellotto alla magistratura».
Non ho paura delle primarie di coalizione «A tempo debito decideremo il criterio migliore per la scelta del leader di coalizione, ma non mi spaventa l’ipotesi di fare delle primarie». «Gli elettori devono votare ma una volta usciti da un contesto di emergenza: non mi auguro una legislatura dove si vada a votare ogni anno».
Non esiste un sistema elettorale ideale
«Sulla legge elettorale la mia opinione è che non esista quella ideale: interpreta il momento storico che vivi. Io mi permetto di dire che in questa fase torica in cui ci sono tante differenze e sensibilità diverse, personalmente penso a un proporzionale con soglia al 5%,, con patto di legislatura».
È presto per pensare a una fase costituente «Non serve che ora si pensi di dare vita a una fase costituente. Ora serve qualcosa di concreto: firmiamo la sfiducia costruttiva, senza cambiare l’impostazione generale, facciamo come in Germania». «Poi potremmo introdurre che si prende la fiducia a camere congiunte, terzo possiamo ragionare sul premier che abbia la possibilità di revocare il mandato dei ministri. Serve stabilità: non possiamo avere un governo che duri un anno».
E per chiusura col botto: «Il reddito di cittadinanza non va cancellato perché c’è chi ne approfitta e pur non avendone diritto riesce ad ottenerlo, ma ringraziarlo perché ci consente di scoprire gli evasori e i disoccupati che vanno in Ferrari». Il sillogismo di Montaigne: «Il salame fa bere, il bere disseta, dunque il salame disseta».