Un po’ saggio storico e un po’ antologia critica: un lavoro corale che include i contributi di ben 26 autori fra economisti, magistrati, intellettuali, scrittori, artisti, uomini di chiesa e giornalisti
Ha settantacinque anni, portati – dice qualcuno – maluccio. Ha molti padri, di nome e di fatto. È nato anche grazie alle “spinte” separatiste di un drappello di intellettuali e politici nella Sicilia sfigurata e lacerata del Dopoguerra. E soprattutto, nel suo Dna contiene i geni e i principi della Costituzione italiana: come l’estensione del diritto di voto alle donne previsto dalla Consulta nella bozza del 1945 che di fatto anticipa lo Stato, sia in termini di legislazione ordinaria che costituzionale.
È lo Statuto Siciliano, documento che perimetra e definisce le possibilità, i limiti – e le utopie – della Sicilia, la più grande regione d’Italia e fra le cinque a statuto speciale. A raccontare la nascita e i trascorsi di questo strategico strumento – vantato e vituperato dagli stessi siciliani, a seconda delle stagioni, delle correnti e degli umori politici e storici del momento – è un volume che è uscito l’11 novembre, per i tipi di Bonfirraro Editore. S’intitola “Orgoglio Siciliano, luci e ombre dell’Autonomia e dell’Anima siciliana”, a cura di Nuccio Carrara, già deputato e sottosegretario alle riforme istituzionali.
A metà tra breve saggio storico e antologia critica, “Orgoglio Siciliano” si presenta come un’opera corale, poliedrica e a carattere divulgativo. Un “unicum editoriale” che, con una scrittura agile e fluida diretta a un pubblico trasversale, prima ricostruisce le tappe che nel maggio 1946 portarono alla promulgazione dello Statuto e poi ne esplora l’evoluzione (o involuzione).
Il volume è ripartito in tre macroaree. La prima, affidata all’autore Nuccio Carrara, è di impronta storica e, dai moti separatisti, ripercorre tutte le tappe che hanno portato alla formulazione dello Statuto Siciliano; la seconda è quella delle opinioni, con i contributi di economisti, esperti di diritto, cronisti parlamentari, magistrati, un alto prelato e un bibliotecario ecclesiastico e due antropologhe che intervengono su luci e ombre dell’autonomia siciliana: sono Giuseppe Artino, Rita Cedrini, Massimo Costa, Giovanni Ciancimino, Piero Fagone, Francesco Failla, Giacomo Gargano, Valeria Patrizia Li Vigni Tusa, Rino Nania, Franz Riccobono e monsignor Ignazio Zambito. La terza, infine, riunisce le testimonianze di intellettuali e giornalisti, di un sacerdote, di scrittrici, artisti, di un pubblicitario, un mecenate e un pastore “visionario” che raccontano le ragioni – e le illusioni – del loro “orgoglio siciliano”.
Sono: Andrea Bartoli, Roberta D’Ancona, Antonio Di Grado, Laura Distefano, Marinella Fiume, Fabrizio Fonte, Vicky Gitto, Antonella Gurrieri, Mario Incudine, don Palmiro Prisutto, Lorenzo Reina, Ivan Scinardo. Sei immagini d’autore, scatti in bianco e nero di Letizia Battaglia e Giuseppe Leone, documentano e rievocano alcune stagioni della Sicilia contemporanea; mentre le vignette “concettuali” di Siciliansays – l’ironico progetto dei creativi Giacomo e Carol – scandiscono i capitoli con i modi di dire siciliani tradotti e illustrati in inglese: un modo per avvicinare i forestieri alla filosofia di vita della gente di Sicilia.
In appendice al volume il testo completo dello Statuto della Regione Siciliana oggi in vigore e l’elenco storico dei presidenti della Regione e dell’Assemblea Regionale Siciliana. In copertina un iconico paladino di Francia dell’illustratore Turi Distefano, rievoca l’epica cavalleresca della Chanson des Gestes confluita nella tradizione dell’Opera dei Pupi, riconosciuta dall’Unesco patrimonio orale e immateriale dell’Umanità.
L’autore, Nuccio Carrara, spiega: «Con l’approvazione dello Statuto Speciale, l’orgoglio siciliano esplose in una fiammata di entusiasmo che consentì di spegnere i furori ribellistici e le rivendicazioni anti italiane. Ma, quella che si era rivelata una indubbia conquista politica, dopo le prime esperienze caratterizzate da tanta voglia di fare, andava rivelandosi più come strumento di puro potere che come esercizio di democrazia e di sviluppo economico e sociale. Non deve stupire, quindi, se tra i contributi serpeggi un certo pessimismo, sia pure non rassegnato e non privo di spunti propositivi».
Della genesi del libro, parla l’editore, Salvo Bonfirraro: «L’idea di mettere a fuoco l’identità siciliana, rileggendo e ripercorrendo vizi e virtù dell’Autonomia siciliana nasce durante il confinamento per la pandemia e in previsione del 75° anniversario. Strada facendo, però, si è preferito dare all’opera un carattere divulgativo che andasse oltre la ricorrenza per offrire uno strumento di conoscenza soprattutto alle nuove generazioni di siciliani. Un viaggio attraverso le vicende storiche e umane dell’Autonomia e un’indagine dell’Anima siciliana in alcuni suoi aspetti peculiari, talvolta poco noti. Per questo ringrazio tutti i contributori, personalità di spicco del mondo della cultura, dell’arte, dell’economia e della giustizia».
“Orgoglio Siciliano” sarà presentato al pubblico nelle prossime settimane. Primo appuntamento a Palermo, giovedì 18 novembre a Palazzetto Mirto, sede della Soprintendenza del Mare.