Il drone è precipitato, probabilmente per un’avaria o per una manovra errata, nel cortile dei passeggi del Nuovo Padiglione del carcere di Avellino
Un drone con un carico di mezzo chilogrammo di hashish è precipitato, probabilmente per un’avaria o per una manovra errata, nel cortile dei passeggi del Nuovo Padiglione del carcere di Avellino ed è stato sequestrato dalla polizia penitenziaria, che lo ha avvistato grazie al sistema di videosorveglianza. La droga era collegata al drone, del tipo professionale, con un filo lungo circa 40 metri.
«E non è la prima volta che si rinvengono involucri contenenti droga e telefonini, in diverse zone dell’istituto penitenziario irpino e negli altri istituti della Regione Campania» dice Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sappe (sindacato autonomo della polizia penitenziaria), che parla di una «manna dal cielo per i detenuti destinatari che possono condurre i loro illeciti traffici anche con l’esterno».
«È dal 2015 che abbiamo denunciato l’introduzione illecita di sostanze stupefacenti, e di oggetti comunque non consentiti, all’interno degli Istituti penitenziari, mediante l’utilizzo dei droni» afferma il segretario generale del Sappe Donato Capece, ricordando il precedente del carcere di Frosinone dove con un drone è stata introdotta una pistola all’interno del carcere.
«Il Dap naviga a vista – accusa il sindacato – come dimostrano proprio i fatti di Avellino e Frosinone accaduti non solo per l’assenza di provvedimenti utili a fronteggiare il sorvolo di droni sulle carceri ma come conseguenza per avere scelto la soppressione delle sentinelle dalle mura di cinta e lo smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri».
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