Rifiuti pericolosi, domestici ed edili distruggono la bellezza del Parco Nazionale del Vesuvio che potrebbe rappresentare un’attrattiva
Rifiuti domestici, materassi, resti di lavori edili e carcasse di animali morti, pezzi di asfalto. Ma non solo anche rifiuti pericolosi come amianto e cocci di vetro o telai di automobili, lo scheletro di una Fiat Panda molto probabilmente rubata.
Uno scempio che si osserva passaggiando nel Parco Nazionale del Vesuvio. In località Trecase, sul versante di via Carlo Pisacante, è impossibile ammirare la vegetazione e i pini senza restare disgustati dall’inciviltà di alcuni «esemplari di essere umani» che inquinano la natura.
Nonostante gli sforzi dei carabinieri ambientali e le ripetute denunce delle associazioni ambientaliste, che più di una volta si sono adoperate per riportare un minimo di decoro nel Parco, continuano gli scarichi di rifiuti abusivi da parte di balordi (solo così si possono definire) che distruggono senza scrupolo la bellezza del territorio, degradando così un’area che, tenuta come meriterebbe, potrebbe rappresentare, ancora di più di quanto già non sia, un’attrattiva non solo per il turismo ma anche per i residenti delle città circostanti. Senza contare il danno ecologico alla natura che arreca danni alla salute della popolazione.
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