Per l’esponente di FdI era «una proposta di buon senso che era stata sottoscritta dalla quasi totalità dei partiti per aiutare famiglie e imprese»
«A inizio settembre abbiamo accolto con molta soddisfazione l’approvazione alla Camera del nostro ordine del giorno che impegnava il governo a prorogare le scadenze delle cartelle esattoriali riferite al periodo di emergenza Covid. Una proposta di buon senso che era stata sottoscritta dalla quasi totalità dei partiti per aiutare famiglie e imprese, in ginocchio per la crisi economica. Da quel giorno è calato il silenzio più totale». Lo dichiara Lino Ricchiuti, viceresponsabile del Dipartimento Imprese e mondi produttivi di Fratelli d’Italia.
«Riceviamo quotidianamente mail da cittadini terrorizzati a seguito delle numerose notifiche con intimazione di pagamento che stanno ricevendo. Parliamo di nostri connazionali, spesso piccoli imprenditori già in difficoltà in periodo pre-pandemia e che hanno visto nell’ultimo anno e mezzo ridursi di percentuali importanti il proprio fatturato» rileva Ricchiuti.
«Molti di questi hanno anche dovuto chiudere l’attività restando senza lavoro e ritrovandosi con nuove notifiche e rateizzazioni che non riescono più ad onorare, visto che nonostante la nostra richiesta di sospendere fino al termine dell’emergenza anche le rottamazioni la macchina di ADE-R ha ripreso a triturare, come se nulla fosse, tutto e tutti».
«Come si può pretendere – conclude – che si possano pagare rate antecedenti più nuove notifiche più tasse correnti? Esattamente lo scopo quale sarebbe? Cosa c’è di eroico nel dare un pugno in faccia a una persona che è già per terra?».
Potrebbe interessarti anche:
- Mafia, perquisizioni a tappeto in Sicilia: la polizia sulle tracce di Matteo Messina Denaro
- Torre Annunziata, cambio al vertice della polizia municipale
- Covid-19, il report dell’Iss: Rt stabile ma cala ancora l’incidenza
- Per lo sviluppo è necessario togliere il controllo della politica economica ai lupi travestiti da agnelli
- Crolla l’occupazione e cresce l’inflazione, famiglie più povere