Strane dinamiche dietro le proteste violente contro l’obbligo del green pass

di Eugenio Preta

Dietro il «no» al green pass c’è altro sotto e questo altro potrebbe essere diretta emanazione delle organizzazioni mafiose e criminali

Fuor di polemica sui vaccini o meno si ha l’impressione che vi siano strane dinamiche in queste proteste contro il green pass. E non basta l’evidente tentativo di strumentalizzazione da parte del mondo anarco-antagonista e di taluni gruppi della destra extraparlamentare a spiegare la virulenza e la stessa ferocia con cui si esterna e si declina tale opposizione al green pass. A nostro parere c’è altro sotto… e questo altro potrebbe essere diretta emanazione delle organizzazioni mafiose e criminali.

Fermiamoci ad esempio a riflettere al «fastidio» che tale green pass può loro arrecare, avendone infatti bisogno per molti dei loro spostamenti in aereo e treno, e premessa del green pass è proprio l’avvenuto vaccino, quindi un controllo di documenti, residenza e recapiti. E si pensi a quanti delinquenti sono latitanti per scelta o senza dimora fissa, e si pensi a quanta manovalanza criminale extracomunitaria immigrata illegalmente è priva di documenti e quindi non può avere né vaccino né green pass.

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Tutto un mondo «oscuro», sotterraneo che non può e non vuole essere identificato e soprattutto non potrà spostarsi liberamente come prima dell’avvento del green pass. E tutti sanno che le stesse app col green pass possono tracciare i movimenti di chi li scarica.

Ricordiamo anche che a inizio lockdown gruppi criminali nel meridione organizzavano sui social proteste violente contro i municipi e i rappresentanti istituzionali, dimostrando una padronanza di tali strumenti che si credeva non possedessero… A questo punto, questo livello di minacce e di violenza (non solo verbali) necessita di serie e consapevoli riflessioni da parte delle autorità preposte alla sicurezza dei cittadini.

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