Italia: virus, vaccini, green pass, fiducie a gogò e senatori abusivi

di Mimmo Della Corte

In meno di dieci anni, dal 2011 al 2021, Napolitano e Mattarella ci hanno “regalato” 7 maggioranze spurie e 6 premier tecnici

Il vaccino non ha debellato il virus, ma tiene in vita, una legislatura sulla cui legittimità nessuno può giurare. Dopo il voto, marzo 2018, senza alcuna maggioranza, Mattarella è ricorso alla costituzione di due, anzi tre, governi spuri: M5s e Lega, poi M5s e Pd, infine, la grande ammucchiata. Per tre anni e mezzo, siamo stati tempestati da dpcm, vaccini, green pass, chiusure, lockdown e fiducie: solo con Draghi ben 20 in appena 7 mesi (1 ogni 12 giorni). Ma non è il governo con la più ampia maggioranza della storia repubblicana?

Nei giorni scorsi i deputati hanno deciso che per entrare in aula anche a loro serve il «green pass», ma i test anti-covid saranno a carico del fondo per i Parlamentari. Quindi, indirettamente dei contribuenti. Di quelli, cioè, che i test devono pagarseli da soli. Infine, hanno chiesto, al governo con un odg firmato dell’on. Trizzino ex M5s, di imbavagliare i virologi (in tv e sui giornali, solo se autorizzati). È la dittatura di Speranza. Nel suo «Perché guariremo» (subito ritirato dalle librerie) in piena pandemia preconizzava che «grazie al Covid c’è finalmente lo spazio per costruire una egemonia culturale su basi nuove». Ci sta provando? Forse, tanto l’uomo del colle guarda dall’altra parte e lascia fare.

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Il Capo dello Stato se riesce a trovare una maggioranza, può far proseguire la legislatura

Di più, se è vero che «L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione», è altrettanto vero che è anche «Parlamentare» per cui il Capo dello Stato, anche in caso di crisi, se riesce a mettere insieme una qualsivoglia maggioranza, può far proseguire la legislatura. E Mattarella, come altri prima di lui, lo ha fatto. Anzi, con Napolitano dal 2011 al 2021, in meno di 10 anni, ci hanno «regalato» ben 7 maggioranze e 6 premier. Ma il colmo è ciò di cui nessuno parla: a oltre 3 anni e mezzo dalle elezioni politiche, i senatori eletti nei collegi plurinominali non sono ancora stati proclamati.

Purtroppo, due contenziosi: l’uno in Campania: Lotito (FI) contro Carbone ex FI ora Iv; l’altro in Puglia: Boccardi (FI) contro la Minuto (FI), pur entrambi accolti dalla giunta per le elezioni di palazzo Madama, bloccano tutto. La sostituzione, deve essere proclamata, insieme a quella degli altri eletti nei collegi plutinominali, ma a chi tocca farlo? Purtroppo, l’art. 1 del Regolamento del Senato recita: «I senatori acquistano le prerogative della carica e tutti i diritti inerenti alle loro funzioni, per il solo fatto della elezione o della nomina, dal momento della proclamazione se eletti, o della comunicazione della nomina se nominati».

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Senatori abusivi

Ma chi deve provvvedervi: l’aula approvando la proposta della Giunta per le elezioni o gli uffici elettorali regionali? Sicché il combinato disposto di due errori e la scarsa chiarezza del nuovo regolamento (approvato il 20 dicembre scorso), impedisce alla Giunta di deliberare la proposta da presentare all’aula per la convalida degli eletti nel plurinominale del Senato. Di conseguenza, ben 193, (61%) dei 315 senatori al momento sono semi-abusivi. Ma sembra non interessare nessuno, evidentemente non ci si rende conto dei rischi che si stanno correndo.

Tra qualche mese le Camere riunite dovranno eleggere il nuovo capo dello Stato e questi 193 senatori – per il regolamento di palazzo Madama – non essendo stati proclamati, sono privi «di prerogative e diritti della carica». Possono essere considerati membri effettivi dell’Assemblea e votare per l’elezione del Capo dello Stato? E se no ciò che ha fatto finora il Senato, con il loro contributo si può ritenere valido? E sempre se no, si possono cancellare tre anni di vita di palazzo Madama, inficiando l’intera legislatura, senza colpo ferire? Impensabile ed inaccettabile. Cosa aspettano Draghi e Mattarella a farsi sentire? In fondo, è interesse, soprattutto, loro.

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