Si sono spinti, addirittura, a coinvolgere minorenni per rendere credibili i loro falsi incidenti stradali, finalizzati ad ottenere cospicui risarcimenti
Denunciavano alle assicurazioni falsi incidenti stradali, almeno quindici gli episodi accertati, producendo referti medici non veritieri, e non esitando a provocare lesioni alle false vittime degli incidenti per poter raggirare i medici.
È l’accusa ai danni di sei persone, tra professionisti e procacciatori di clienti, arrestate questa mattina dai carabinieri della Compagnia di Caserta su ordine del Gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Tra loro figurano anche due avvocati. In carcere è finito il 42enne Simmaco Palmiero, ritenuto il capo dell’organizzazione, mentre gli altri cinque, tra cui due avvocati del capoluogo, sono andati ai domiciliari. Altre venti persone sono indagate.
Per la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che ha condotto le indagini, gli indagati avrebbero messo su un’associazione dal modus operandi ben collaudato, in cui vi erano falsi testimoni e false vittime, e due legali di “fiducia” che curavano le pratiche da trasmettere alle Compagnie Assicurative; pratiche che venivano rese più attendibili con il coinvolgimento di minori quali vittime dei falsi incidenti.
Tra gli episodi emersi quello di un ragazzo di 11 anni, cui tre indagati, tra cui la madre, hanno provocato lesioni consistite, come emerge dal referto redatto dai medici del pronto soccorso, «in un trauma facciale con escoriazioni al labbro inferiore e allo zigomo sinistro e frattura dei margini incisali». In ospedale la donna ha spiegato ai medici che il figlio era stato vittima di un incidente stradale ed è così riuscita ad avere il risarcimento. L’indagine è partita nel 2018 in seguito al tentativo di un uomo, poi indagato, di incassare un assegno contraffatto presso un ufficio postale di Santa Maria Capua Vetere.
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