Presentato lo Studio Secombit, effettuato in 30 centri e 10 Paesi, 209 persone sottoposte a screening. Guida della sperimentazione Paolo Ascierto
L’Istituto Pascale e Paolo Ascierto si confermano la prima eccellenza mondiale nella lotta contro il melanoma. Al congresso della Società Europea di Oncologia Medica (Esmo), che ieri ha chiuso i battenti, sono stati presentati i risultati del programma di accesso allargato: «Italian nivolumab Expanded Program (Eap) in Melanoma Adjuvant Setting: patients outcomes and Safety profile». Si tratta dei dati dello Studio Secombit sulla giusta sequenza di terapie nel melanoma metastatico e quelli aggiornati di Relativity-047 sulla combinazione di relatlima, anticorpo anti Lag-3 e nivolumab in prima linea.
Dati, inoltre, che saranno approfonditi oggi in un press briefing virtuale organizzato dalla Bristol Myers Squibb. L’Istituto Nazionale Tumori IRCCS fondazione Pascale, ha il merito di aver presentato il maggior numero di pazienti sottoposti a Screening e ben 14.900 diagnosi nel corso del solo 2020. La motivazione dell’attivazione del programma di accesso allargato è stato illustrato direttamente dal direttore dell’unità Oncologia Melanoma, Immunoterapia oncologica e Terapie Innovative del Pascale, Paolo Ascietro.
«È stato attivato – ha sottolineato – per consentire ai pazienti di accedere all’immunoterapia con nivolumab in adiuvante perima dell’approvazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco. In questa direzione i 611 pazienti che presentevano caratteristiche diverse rispetto a quelli dello studio registrativo, perchè, magari , più fragili, anziani o con comorbidità sono stati avviati fra novembre 2018 e giugno 2029 la durata media del controllo è di 20 mesi».
«Siamo – continua – di fronte alla più importante esperienza al mondo nell’uso del nivolumab in adiuvante nella pratica clinica». «Nei pazienti con la malattia in stadio IIIB o IIIC, non sottoposti a terapia adiuvante dopo la resezione chirurgica il tasso di recidiva a 5 anni è elevato, pari al 71% e all’85%. Allo Studio – prosegue – hanno partecipato 209 persone in 30 centri in 10 Paesi europei. E il Pascale è quello che ne ha coinvolti di più: 40». «L’obiettivo dello studio – conclude, infine, il prof. Ascierto che è lo sperimentatore – guida del progetto – Secombit è quello di individuare la giusta sequenza di terapie nelle persone con melanoma metastatico che presentano la mutazione del gene Braf».
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