La lista civetta della Lega respinta per la mancata indicazione del contrassegno nel relativo modulo
Catello Maresca dovrà fare a meno di tre liste, forse anche di quattro. È arrivata nella tarda serata di ieri l’ufficialità sulla decisione del Consiglio di Stato che ha escluso definitivamente la lista di riferimento del magistrato ‘Catello Maresca Sindaco’, quella civetta della Lega ‘Prima Napoli’ e quella animalista ‘Movimento 4 zampe’.
Il collegio ha confermato la tesi dei giudici del Tar Campania e ora Maresca potrà partecipare alla prossima tornata elettorale con una coalizione decimata. Molto probabilmente subirà la stessa sorte la lista ‘Catello Maresca’ che ha presentato lo stesso impianto difensivo ma su cui al momento non sono giunte notizie certe.
Per quanto riguarda la lista di Salvini sembra che il problema principale sia la contestazione della mancata indicazione del contrassegno della lista nel relativo modulo. L’appello è stato ritenuto infondato dai giudici della seconda sezione giurisdizionale del Consiglio di Stato (presidente Diego Sabatino).
«Brutta notizia per Napoli e per la democrazia. Migliaia di napoletani sono stati derubati dalla possibilità di scegliere il cambiamento”, dichiarano il coordinatore regionale della Lega in Campania, Valentino Grant, e il coordinatore cittadino della Lega a Napoli, Severino Nappi. “Da oggi pancia a terra per sostenere i nostri candidati presidente sulla Prima, Quarta, Quinta e Sesta Municipalità. Siamo regolarmente in corsa con le liste sulla Quinta e sulla Sesta. Non perdiamo entusiasmo. Noi vero motore per il cambiamento», concludono Grant e Nappi.
Potrebbe interessarti anche:
- Con il super green pass il governo spera nella ‘quota 90’. Raggiungere l’immunità di gregge già ad ottobre
- L’ossessione di De Luca per la leader di FdI. Iannone: «Colpito e affondato da Giorgia Meloni»
- Museo di Capodimonte, Cisl Fp contro Bellenger: «La cultura non è merce, basta coi precari»
- Maresca: «Manfredi in vantaggio? Più di un cittadino su due è indeciso»
- Fratelli d’Italia lancia una petizione per sfiduciare la Lamorgese