Martedì la cabina di regia e giovedì il Consiglio dei ministri
Arriva il ‘Super green pass’. E per il momento riguarderà soltanto i dipendenti del settore pubblico. Il varo è previsto per questa settimana, presumibilmente per giovedì quando dovrebbe riunirsi il Consiglio dei ministri a cui spetterà di varare il decreto legge.
Indice Articolo
E come sempre qualche giorno prima ci sarà la cabina di regia, tra martedì e mercoledì, a cui parteciperanno non soltanto gli esponenti politici ma anche i tecnici del Cts, proprio al fine di dare tutte le delucidazioni del caso e sgombrare le ultime questioni sul campo. Anche se per quanto riguarda i dipendenti pubblici non dovrebbero esserci grossi problemi. Infatti, da giorni il ministro Renato Brunetta si dice pronto e soprattutto alla luce della volontà di superare definitivamente il fallimentare smart working.
In corso un confronto per le categorie da far rientrare nell’obbligo
Invece, ci vorrà più tempo per i dipendenti privati per quali è in corso un confronto, soprattutto in punta di diritto, sulle categorie da far rientrare nell’obbligo di green pass. Un provvedimento che, quindi, sia chiaro, dovrà essere inattaccabile e scritto bene. E naturalmente questo impone tempo e riflessione.
Altro discorso, poi, è quello per i dipendenti del settore privato all’interno delle aziende su cui grava la questione dell’intesa tra sindacati e associazioni datoriali. Si sa, infatti, che i sindacati pongono il problema del pagamento dei tamponi, per loro a spese dell’azienda, oppure in alternativa l’introduzione tout court dell’obbligo vaccinale. Punti su cui sindacati e industriali non hanno ancora raggiunto un’intesa.
Comunque non c’è fretta, perché nella tabella di marcia indicata nell’ultimo Consiglio dei ministri il premier Draghi è stato chiaro che si andrà andati avanti step by step e quindi adagio. Ecco perché per questa settimana ci si limiterà ai dipendenti pubblici, lasciando per il prossimo step gli altri settori.
Super Green pass anche per alcuni settori privati
In predicato di entrare a far parte del Super Green pass i lavoratori privati all’interno di quelle strutture dove per gli utenti è richiesto il certificato verde digitale. Si tratta di gestori e personale di bar e ristoranti, palestre e piscine, dipendenti di cinema e teatri, in breve tutti quegli esercizi che potrebbero essere occasione di assembramenti.
Non c’è però una data, la sensazione è che si arriverà a dopo le amministrative anche per evitare ulteriori tensioni da e nella Lega. Infatti, se Matteo Salvini è riuscito a fare retromarcia sul green pass per i dipendenti pubblici, sul resto resiste ancora. E questo anche se ormai molti nel partito siano apertamente a favore del certificato verde digitale.
Nel week end appena trascorso sia il governatore lombardo Fontana e sia quello veneto Zaia, entrambi leghisti, si sono dichiarati a favore del green pass. E ieri sera lo stesso ministro Giorgetti è tornato a spiegare che «il Green pass, magari ottenuto anche con i tamponi salivari che dal 23 settembre diventeranno omologati, sia utile perché dobbiamo essere prudenti e ancora per un po’ seguire le regole. Se le osserviamo tutti torneremo alla libertà vera prima possibile».
E se ancora non fosse chiaro il ministro dello Sviluppo economico precisa: «Io credo che in modo pragmatico bisogna vedere la realtà e se non riusciamo a contenere il fenomeno purtroppo poi ci sono le altre misure, che dobbiamo evitare».
Parole che alimentano la tesi di una spaccatura verticale nella Lega, divisa tra una di governo (appunto pragmatica) e una di lotta. Toccherà a Salvini ricucire e cercare di far convivere queste due anime e preparare il partito ai prossimi step che ha già fissato Draghi. Come detto l’appuntamento è a dopo le amministrative, scelta che testimonia come il premier non abbia alcuna intenzione di esacerbare gli animi con Salvini e che abbia compreso il contesto difficile nel quale il leader leghista si sta muovendo.
Il risultato delle elezioni potrebbe indebolire Salvini
A meno di imprevedibili accelerazioni Salvini ha circa due settimane per trovare una quadratura. Il tutto chiaramente al netto del risultato elettorale. Infatti, una grande variabile che potrebbe incidere è proprio il voto delle amministrative. Un arretramento elettorale della Lega, specie al Sud, a tutto vantaggio di Fratelli d’Italia avrebbe come effetto quello di indebolire lo stesso Salvini e in un certo qual modo la stessa linea politica di ‘lotta e di governo’.
Questo spianerebbe la strada a quei tanti che nel partito chiedono maggiore pragmatismo e soprattutto attenzione alle istanze che giungono da quel ceto imprenditoriale che al Nord ha sempre fatto la fortuna del Carroccio.
Probabilmente si spiega anche così l’attendismo di Draghi, convinto che un risultato elettorale non entusiasmante di Salvini possa risolvergli il problema senza dover inasprire i rapporti. E metà ottobre sarà anche l’occasione per capire la situazione del contagio in Italia e nell’eventualità i dati dovessero essere brutti ricorrere all’obbligo vaccinale. Ma se ne parlerà più avanti. Come detto da Draghi si va avanti adagio ma con fermezza e se nel frattempo dovessero verificarsi eventi favorevoli saranno, naturalmente, bene accetti.
© Riproduzione riservata