L’ex rettore ha rifiutato l’invito del Mattino per un dibattito con gli altri candidati
Il professor Gaetano Manfredi, ex ministro ed ex rettore della Federico II, dall’alto delle sue posizioni «democratiche» rifiuta di partecipare ai dibattiti con gli altri candidati alla carica di sindaco di Napoli. Da quando esiste la politica il confronto è uno degli strumenti più potenti della Democrazia ma all’uomo del centrosinistra partenopeo, evidentemente, questo non piace.
Indice Articolo
L’ex ministro avrebbe rifiutato l’invito del direttore del Mattino a partecipare a un dibattito con gli altri candidati perché «non vi sono le condizioni per un confronto sereno». Eppure in questi giorni non sembra esserci un clima di assalto alla diligenza o squadroni di contestatori per strada. Manfredi, forse, preferisce continuare la sua campagna elettorale dettata da un’agenda slegata dalla realtà e con argomenti lontani dai bisogni dei cittadini.
Di cosa ha paura il candidato sindaco del centrosinistra?
Che qualcuno gli chieda conto del perché la sua coalizione abbia imbarcato assessori e consiglieri comunali della giunta de Magistris che negli ultimi dieci anni ha portato al baratro la città di Napoli? Oppure che qualcuno chieda spiegazioni sull’atteggiamento ipocrita di attaccare deMa e compagni per l’enorme debito pubblico per poi reclutarne a decine per il solo bisogno di aumentare il numero delle preferenze? Da Flavia Sorrentino all’ex assessore Ciro Borriello sono tanti i voltagabbana in vista della prossima tornata elettorale. Tanti e tutti folgorati sulla «via di… Manfredi».
E allora meglio rifiutare il confronto perché a qualcuno potrebbe venire in mente di chiedere al candidato del centrosinistra perché, negli anni del suo rettorato, la Federico II abbia accumulato un danno di decine di milioni di euro verso il Comune di Napoli attraverso il mancato pagamento della Tari.
Anche perché è meglio evitare domande sulla sicurezza e sul rispetto della legge, visto che proprio lui da ex rettore ha permesso l’occupazione abusiva di parte dello storico edificio federiciano dai centri sociali di «Mezzocannone occupato». Addirittura in un’occasione ha tenuto a precisare: «I centri sociali non vanno criminalizzati». Ecco, meglio evitare domande scomode e accusare gli altri di tenere un atteggiamento aggressivo.
I cittadini napoletani rimarranno delusi, forse. Ma anche no, sono abituati a certi comportamenti irrispettosi verso gli «avversari» del centrosinistra napoletano, e non solo, pur di evitare che i nodi vengano al pettine.