Un ampio fronte di attivisti ha impugnato lo statuto ma anche la votazione con cui Conte è stato «incoronato ‘monarca’»
«È in dirittura d’arrivo la notifica del ricorso giudiziario per l’annullamento dello statuto ‘seicentesco’ (così definito da Beppe Grillo)» con cui Giuseppe Conte e «una minoranza di iscritti al M5S hanno stravolto i principi cardine del Movimento».
Indice Articolo
Un «ampio fronte di attivisti della prima ora» ha, infatti, impugnato oltre allo statuto anche la votazione con cui Conte è stato «incoronato ‘monarca’ di quello che oramai è un partito a tutti gli effetti». Sono sette gli articolati motivi «di illegittimità, non solo procedurali», che verranno illustrati nei prossimi giorni in una conferenza stampa.
La denuncia: «Deriva verticistica che ha portato ad accantonare le regole e i principi fondanti del M5S»
L’iniziativa nasce a seguito della «deriva verticistica che ha portato ad accantonare le regole e i principi fondanti del M5S, con conseguente sospensione della democrazia interna», viene spiegato.
L’iniziativa «giudiziaria-democratica» parte da Napoli e vede come promotori alcuni attivisti storici – che si sono rivolti all’avvocato Lorenzo Borrè, ormai divenuto una sorta di «garante in seconda» dei diritti della base – ma coinvolge un ben pià nutrito numero di attivisti di diverse parti d’Italia, che hanno lanciato anche una raccolta fondi sulla piattaforma go found me denominata «Attivisti VS dirigenti del M5S» una sorta di «scudo della rete» – richiamandosi ad una delle funzioni della piattaforma Rousseau – per le spese legali e sono già oltre 70 i donatori sostenitori».