Rifiuti da Roma, monsignor Di Donna contro de Magistris: «Idea folle, perché sempre noi?»

Il vescovo: «Perché sempre noi? Mi viene il dubbio che ormai lo si ritenga un territorio condannato a morte»

La decisione di Luigi de Magistris di autorizzare il trasferimento di 150 tonnellate di rifiuti dalla Capitale a Napoli, dal prossimo 4 ottobre fino al 31 dicembre, non è piaciuta proprio a nessuno. Per molti si è trattata solo di una mossa per alimentare la sua propaganda elettorale a presidente della Regione Calabria sulle spalle dei napoletani. Ma dopo sindaci e politici, in campo è scesa anche la Chiesa.

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«All’inquinamento dei nostri territori si aggiunge quella che posso solo definire la ‘folle’ dichiarazione del sindaco di Napoli che vuole accogliere i rifiuti di Roma» ha affermato il presidente della Conferenza episcopale campana, e vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna, partecipando ad una veglia di preghiera per il creato organizzata nello stadio di rugby a Pomigliano d’Arco (Napoli), alla quale ha preso parte anche il vescovo di Nola, monsignor Francesco Marino.

«Fortunatamente i sindaci sono insorti – ha aggiunto – e sicuramente non se ne farà nulla. Non trovo altra definizione, altro aggettivo per definire l’idea di De Magistris, se non ‘folle’. È una cosa che non sta nè in cielo nè in terra, in quanto è la sommatoria di questi fattori inquinanti che causa malattie e morte. Voglio dire a chi ci governa, a De Luca, di blindare i nostri territori. Serve una moratoria che sancisca che il territorio tra Napoli e Caserta non sopporta altri fattori inquinanti».

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Di Donna, infine, ha sottolineato di chiedersi spesso «perché si infierisce su questi territori, ma non ho risposte». «Alle nostre spalle sorgerà un ennesimo sito di compostaggio – ha concluso – che si aggiunge ad altri siti inquinanti che sorgeranno nella vicina Acerra. Perché infierire? Perché sempre noi? Mi viene il dubbio che ormai lo si ritenga un territorio condannato a morte, per il quale non c’è più nulla da fare».

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