La polemica No, NI, SI Vax: uno sfogatoio in cui si riflettono rabbie ed insoddisfazioni

di Rino Nania

Molti che parlano lo fanno in maniera sciatta, senza la necessaria precisione, frutto di studio e ricerca

Vorremmo essere vaccinati e consapevoli. Ho l’impressione che questa storia dei No, NI, SI Vax appartenga alla solita solfa che deve vedere tutti dividersi in sterili contrapposizioni da tifoserie, che mirano ad avere qualche secondo di notorietà. Eppure i molti che parlano lo fanno in maniera sciatta, ovvero senza quella necessaria precisione, frutto di studio e ricerca, raccattando gli argomenti dai soliti luoghi comuni, che in materia è facile attingere da quel pozzo dei veleni che è internet, in cui si può trovare di tutto ed il suo contrario.

A tale riguardo bisognerebbe tornare ai rudimenti minimi di ragionevolezza per ovviare a questo blaterare vuoto, sì da far diventare questi luoghi istituzionali, che sono divenuti i media, occasioni per una dialettica che non possiede nulla di vero e di libero.

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Come ha scritto Roberto Calasso, un luminare di logica stringente, quando «si nomina il carattere formale della democrazia, molti danno segnali di insofferenza e si affrettano a dire che la democrazia non è mai abbastanza democratica e che, per essere vera, la democrazia dovrebbe essere sostanziale, e che un giorno forse lo diventerà, e allora la democrazia sarà tutta un’altra cosa. A quel punto si potrà essere sicuri: chi parla è un nemico della democrazia. In fondo, ciò che univa Lenin e Hitler era in primo luogo l’avversione per la democrazia formale».

Ebbene queste poche parole ritraggono la piccola e becera dimensione di cosa voglia dire “luogo formale” quando non ci sono regole tassative, ovvero un modo come un altro per far diventare la discussione pubblica confusionaria perché si possa dire molto con poca logica coerente, pericolosa perché il contrasto tra le posizioni si riduce ad uno sfogatoio in cui si riflettono rabbie ed insoddisfazioni e soprattutto divenire strumento per dividere ad uso e consumo di un potere che vende vaccini a prezzi esorbitanti e che genera dinamiche al solo fine di controllare la libertà di coscienza e la fonte di piena consapevolezza.

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Oggi spesso ci scontriamo per convinzioni astratte, presunzioni senza presupposti, ma mai per veridica consapevolezza

Lo scontro è tra apocalittici ed integrati e ci troviamo di fronte a miopie senza prospettiva. Percorriamo questo contesto soprattutto senza pensiero originale che poggi i piedi in questa realtà: così avviene che le interpretazioni che si danno si ispirano a visioni retrograde e con il torcicollo, senza esser capaci di proiettarsi in quello che l’attuale contesto ci propina in termini di controllo tecnologico e libertà di pensiero.

Rischiamo di vivere da marziani in questo scontro sterile che si caratterizza nella fitta trama di luoghi comuni, stereotipi, frasi fatte, formule che paiono chiare ma che non richiedono di essere capite, che anzi sembrano chiare proprio perché non devono essere capite.

 

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