Il governo Draghi potrebbe andare avanti fino alla scadenza naturale del 2023. In tempi normali la stabilità rappresenta sempre una buona notizia, ma in un governo litigioso formato da Lega e Partito Democratico, protagonisti dell’ennesimo scontro, potrebbe non rappresentare lo scenario migliore. L’ultimo scontro è avvenuto proprio sul nome di Mario Draghi.
Il premier, per molti, è candidato a prendere il posto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla fine del semestre bianco ma secondo il segretario del Pd Enrico Letta dovrebbe restare a Palazzo Chigi per almeno altri 2 anni. Eventualità, questa, che inevitabilmente escluderebbe una sua ascesa al Quirinale e soprattutto eviterebbe il ricorso alle elezioni anticipate. In più, secondo i leghisti, il Partito Democrativo vorrebbe portare al Colle un presidente vicino al Centrosinistra.
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Letta: «Draghi fino al 2023 un bel regalo al Paese»
«Penso che tutto il mio partito farà il possibile perché questa situazione eccezionale che sta facendo bene all’Italia prosegua. Mi impegno insieme al mio partito a sostenere Draghi e a chiedere a lui di essere il nostro primo ministro almeno fino alla scadenza naturale della legislatura ad aprile 2023. Se facciamo così tutti, facciamo un bel regalo al nostro Paese» ha affermato il segretario del Pd Enrico Letta a Rimini.
Salvini: «Deciderà Draghi cosa fare»
Un’idea che è sembrata «di pessimo gusto» al numero uno della Lega Matteo Salvini, il quale a margine di una visita al quartiere periferico milanese di Pontelambro, ha bollato quella del segretario Dem, come una mossa «per togliere un competitor per il Quirinale perché il Pd ha fame di Quirinale». Secondo Salvini, è «di pessimo gusto decidere cosa farà il signor Mario Draghi e sicuramente non è il piccolo Enrico Letta a decidere cosa farà il grande Mario Draghi, che deciderà in autonomia. E quello che deciderà ce lo comunicherà».
«Io traduco il diktat del Pd ‘Draghi deve restare fino al 2023’ come ‘Al Quirinale voglio uno del Pd’ – ha aggiunto il segretario della Lega -. Anche no, basta. Penso che Draghi deciderà in autonomia senza le indicazioni di Letta».
Lo scontro sul ministro Lamorgese e il sottosegretario Durigon
Ma per i partiti di Governo il Quirinale è solo uno dei motivi di scontro. Il leader leghista è tornato a parlare del rave di Viterbo e di Luciana Lamorgese. «Il responsabile è il Ministro dell’Interno, non sono altri, non si può scaricare la responsabilità: la pubblica sicurezza di questo Paese dà un’immagine tragica» ha affermato in con Agorà Estate su Rai 3.
«La Lamorgese – ha aggiunto – deve cominciare a fare il ministro… immigrazione con 40.000 sbarchi, rave, baby gang: vi pare normale che si permetta tutto questo? C’è qualcosa che non funziona». Per l’ex ministro «l’Italia sta per ospitare il G20: se Lamorgese è capace e ha voglia di fare il Ministro lo faccia, altrimenti lasci spazio ad altri», conclude Salvini, spiegando che ha chiesto al presidente del Consiglio Draghi un incontro a tre con il ministro dell’Interno attuale.
«È profondamente sbagliato mettere zizzania dentro il Governo, soprattutto nei confronti del Ministro degli Interni, che sta facendo un lavoro importante e delicato» ha replicato il segretario dei Dem. «Noi la sosteniamo e soprattutto chiediamo serietà, anche a Salvini. E serietà oggi vuol dire una sola cosa: il sottosegretario Durigon deve dimettersi. L’apologia di fascismo – ha aggiunto – è incompatibile con il ruolo di Durigon e, dunque, con la sua presenza al Governo. Credo sia chiaro a tutti».
«Claudio Durigon – ha affermato Salvini ad Agorà – è una persona in gambissima, è l’ultima che può essere accusato di fascismo, è semplicemente figlio e nipote di coloni veneti, nessuna nostalgia. Fascismo e comunismo sono sconfitti per sempre dalla storia, siamo e resteremo in democrazia. È un mese che la sinistra lo sta inseguendo nel nome del fascismo, siccome è persona che stimo mi vedrò con lui e per evitare altri mesi di polemiche valuteremo come andare avanti».
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