Draghi incontra i giornalisti e fissa le sue priorità da qui a fine anno
Due giorni fa in occasione della conferenza stampa per la presentazione del nuovo dl sul green pass Mario Draghi si era defilato, lasciando spazio agli altri ministri. Ieri, però, è tornato a prendersi tutta la scena in un incontro con la stampa prima della pausa estiva. Una sorta di punto della situazione a sei mesi dal suo insediamento ed anche l’occasione per ribadire, se ancora qualcuno lo mettesse in dubbio, che questo è il suo governo e lui non è di certo un amministratore delegato dei partiti.
Indice Articolo
Partiti, che come assicura il premier, «anche loro per il bene degli italiani. Non esiste contrapposizione di fini tra questo governo, il presidente del Consiglio. Quelli che lavorano sono i buoni e gli altri no: si lavora tutti insieme». Quindi «non ci sono lati scuri o lati chiari. In tutto questo l’unica cosa che conta sono i risultati. E i partiti guardano ai risultati esattamente come facciamo noi, come faccio io. Non è che loro hanno in mente obiettivi diversi».
Pandemia, Draghi: «Dobbiamo essere sicuri di aver fatto tutto»
Insomma, c’è unità di intenti. E chiaramente il primo pensiero è al contrasto alla pandemia, su cui Draghi dice che «dobbiamo essere sicuri di aver fatto tutto per evitare che la pandemia si aggravi. Che poi questo basti o no non lo sappiamo. Tutto quanto viene fatto sulla base delle evidenze e dei dati di oggi». Stavolta, però, evita parole e messaggi ruvidi anche se non si tira indietro quando esorta tutti gli italiani a vaccinarsi e rispettare le regole. Un appello alla luce di una situazione economica in netto miglioramento e che può consolidarsi soltanto continuando la campagna di immunizzazione degli italiani.
Non manca nemmeno un riferimento alle cose da fare, perché la crescita economica «non deve farci dimenticare i problemi che restano all’interno di questa crescita molto elevata: l’occupazione, le aziende in crisi, la riforma degli ammortizzatori sociali, la questione della sicurezza sul lavoro, l’agenda del Pnrr, la delega fisco, la delega concorrenza: insomma, la lista è lunga».
E riguardo il futuro del governo il premier Draghi spiega: «Governo vive perché c’è il Parlamento che lo fa vivere. L’orizzonte è nelle mani del Parlamento. Io non posso esprimere visioni o fare previsioni. Io sono qui, sono stato chiamato per fare questo e poi vedremo».
Rdc, il premier condivide il concetto
Ma nel giorno dell’incoronazione da parte degli iscritti del M5S di Giuseppe Conte a presidente, è stato votato da oltre 62mila cinquestelle, Draghi fa anche un passaggio sul reddito di cittadinanza, tema sul quale proprio l’ex premier aveva subito messo le mani avanti nell’ipotesi di una sua abolizione. E le parole di Draghi sembrano essere una rassicurazione: «È troppo presto per dire se il reddito di cittadinanza verrà ridisegnato o riformato, come cambierà la platea dei beneficiari. Posso dire che il concetto che sta alla base del reddito di cittadinanza io lo condivido in pieno».
Meloni: «Pazzesco. Sostiene la paghetta di Stato»
Parole pesanti che non potevano innescare repliche polemiche, in particolare da Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni accusa: «Pazzesco. Anche il premier Draghi sostiene la paghetta di Stato grillina. Una manovra che non ha in alcun modo prodotto o incentivato il lavoro, ma puro assistenzialismo. Oltre ai vari scandali legati a mafiosi e delinquenti di ogni tipo finanziati con le tasche dei cittadini perbene. Alla faccia del famoso cambio di passo».
La reazione di Italia Viva
Critiche anche da Italia Viva con Ettore Rosato il quale spiega: «Rispettiamo l’opinione di Draghi, ma per noi il Reddito di cittadinanza non funziona, i navigator sono un fallimento, non combatte seriamente la povertà e quindi faremo tutto ciò che potremo per cambiare questa norma sbagliata, votata da Lega e Cinque Stelle e appoggiata da Pd e Leu».
La Lega attacca il ministro dell’Interno
E proprio dalla Lega per ora non trapelano repliche ufficiali alle parole di Draghi, preferendo continua ad attaccare il ministro dell’Interno Lamorgese e le sue politiche sull’immigrazione: «Non ci siamo. La Lamorgese è uno dei ministri che brilla per assenza. Anche in queste ore stanno sbarcando centinaia di clandestini. Aspettiamo che al ministero dell’Interno qualcuno dimostri che c’è un ministro, per il momento non ce ne siamo accorti».
Ma un brivido corre sulla schiena dei leghisti: come si comporterà Draghi al momento di decidere se rinnovare quota 100? Finora il premier non ha detto nulla, e questo è un brutto segno e potrebbe mettere in crisi la stessa partecipazione della Lega a questo governo. Infatti, come potrebbe reggere una situazione nella quale il reddito di cittadinanza rimane e quota 100 no?
© Riproduzione riservata