Napoli, alla Clemente sono serviti 295 giorni per dimettersi

di Mauro Della Corte

Alessandra Clemente si dimette da assessore al Comune di Napoli. Lo fa dopo aver ricevuto notevoli pressioni da parte di tutti gli schieramenti politici, da destra e sinistra, che nei giorni scorsi avevano chiesto a gran voce che il candidato sindaco del movimento arancione lasciasse la poltrona a palazzo San Giacomo.

La Clemente era stata pesantemente criticata la scelta di mantenere l’incarico nonostante la campagna elettorale, per primo cittadino, fosse in corso ormai da parecchi mesi. L’ufficializzazione della sua candidatura a sindaco, infatti, è avvenuta 295 giorni fa ad opera del suo mentore Luigi de Magistris. Troppo tempo secondo alcuni ‘avversari’: “una scorrettezza imperdonabile”.

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Le dimissioni in una lunga lettera a de Magistris

Questa mattina l’assessore ha scritto una lunga lettera al sindaco de Magistris e agli elettori spiegando le sue motivazioni. «La mia candidatura a sindaco di Napoli è il naturale proseguimento del cammino fatto in questi anni all’interno della macchina amministrativa, una lunga gavetta che mi ha aiutato a conoscere in profondità le problematiche della nostra città ma anche il modo di risolverle» ha affermato la nipote del senatore Ruotolo.

«Fino a ieri – spiega – è stato prevalente il tempo dedicato a obiettivi fondamentali, al tempo stesso cruciali e difficili, come l’avvio dei lavori della Galleria Vittoria. Portati a termine, per l’immediato presente e futuro della città, con senso di responsabilità, sento di poter terminare la mia esperienza da assessore, per portare avanti la mia candidatura a Sindaco di Napoli».

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«Il mio impegno per le napoletane e i napoletani non termina qui, non ho intenzione di disperdere il bagaglio di esperienza e studio maturato in questi anni. Nelle prossime settimane mi dedicherò totalmente, assieme alle donne e agli uomini della coalizione che mi sostiene, a mettere le basi per un ulteriore salto di qualità nel percorso politico intrapreso. Lavorare per la propria città è l’esperienza più intensa e gratificante che un napoletano possa vivere» ha concluso l’ormai ex assessore.

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