Il Sud a fine 2022 avrà ancora da recuperare circa 1,7 punti di PIL
Piano di ripresa e resilienza decisamente migliorato dal Governo in carica e soprattutto più allineato alla programmazione europea, è la considerazione che fa SVIMEZ, associazione per lo sviluppo del mezzogiorno, esprimendo al tempo stesso l’auspicio che i fondi del PNRR destinati al Sud salgano almeno al 50%.
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Nel presentare le anticipazioni del Rapporto SVIMEZ 2021 sull’economia e la società del Mezzogiorno, l’associazione ribadisce il doppio divario tra Italia e Europa, e tra il Sud e Nord del paese. La crisi del 2020 si è abbattuta sul sistema Italia che non aveva ancora recuperato, rispetto agli altri paesi europei la crisi seguita dal 2008 al 2014, ed il PIL italiano del 2020 fa segnare il peggiore risultato rispetto alla media europea, – 8,9% contro il -6,1%.
Se le perdite del 2020 si sono manifestate con una certa omogeneità territoriale lungo lo stivale, le stime sull’andamento economico 2021-2022 mostrano il Centro-Nord recuperare integralmente il PIL perso nel 2020, mentre il Mezzogiorno a fine 2022 avrà ancora da recuperare circa 1,7 punti di PIL che si sommano a circa 10 punti persi nella precedente crisi 2008-13 e non ancora recuperati.
Nel 2021 il PIL italiano dovrebbe aumentare del 4,7%; in maniera più accentuata al Centro- Nord +5,1%, mentre nel Sud è previsto a +3,3%. Un mezzogiorno che non sembra affatto essere resiliente ed é per questo motivo che nelle considerazioni emerse durante la presentazione dello studio la SVIMEZ parla di un PNRR che dovrebbe orientare gli investimenti pubblici a colmare i gap di infrastrutture e servizi dei territori a maggior fabbisogno, auspicando l’incremento delle risorse indirizzate verso le regioni del Mezzogiorno.
Svimez: «Centro-Nord privilegiato con 1698,4 euro per abitante rispetto ai 1610,9 dei cittadini del Mezzogiorno»
A preoccupare anche il dato della distribuzione pro capite delle risorse stanziate dal Governo, in complesso parliamo di circa 90 miliardi di spese aggiuntive nel 2021 e circa 42 miliardi nel 2022, con un contributo del PNRR (comprensivo del Fondo complementare) di 9 miliardi circa nel 2021 e di circa 40 miliardi nel 2022. Analizzando la distribuzione territoriale emerge il Centro-Nord privilegiato con 1698,4 euro per abitante rispetto ai 1610,9 dei cittadini delle regioni del Mezzogiorno. Tale differenza appare più significativa se consideriamo soltanto la componente relativa alle spese nette dove il differenziale a vantaggio del Centro-Nord è di circa 200 euro nel 2021 (1593 euro contro 1393,5 al Sud) mentre tende ad annullarsi nel 2022.
Sebbene l’insieme delle misure di contrasto alla pandemia definite nel 2021 e la quota del PNRR, che si stima possa essere attivata nel biennio contribuiscano alla crescita cumulata del Pil nel biennio 2021/22 per il 4,1% nel Sud e per il 3,7% nel Centro-Nord, non sarà ancora possibile recuperare di questo passo oltre un ventennio di sviluppo debole e disuguale del nostro Paese: analizzando la dinamica del PIL tra il 2000 e il 2022, SVIMEZ ha stimato che il livello del PIL del Centro-Nord nel 2022 risulterà essere, in valori reali, superiore di circa 7 punti al valore del 2000, mentre nel Mezzogiorno risulterebbe ancora inferiore di quasi 8 punti.
Migliorare la programmazione dei fondi del Piano di ripresa e resilienza
Da quì una pluralità di sollecitazioni avanzate da SVIMEZ al fine di migliorare la programmazione dei fondi del Piano di ripresa e resilienza. Innanzitutto un maggior coinvolgimento delle amministrazioni locali creando strumenti di monitoraggio ed accompagnamento, anche con il coinvolgimento del sistema universitario, ed infine la costruzione di un sistema che consenta di passare dalla logica degli stanziamenti alla spesa effettiva, al fine di assicurare che gli interventi programmati producano ricadute effettive nei territori a maggior fabbisogno.
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