«Da pochi giorni si sono esauriti i fondi per il tetto di spesa per le prestazioni fornite dalle strutture sanitarie convenzionate. Chi avrà bisogno di esami clinici e accertamenti diagnostici, li potrà ottenere esclusivamente presso le strutture pubbliche o, in alternativa, a pagamento». È quanto denunciano, in una nota, Cgil, Funzione Pubblica-Cgil e Spi-Cgil della Campania.
«Occorre necessariamente intervenire – precisa il documento – su come potenziare il servizio pubblico a partire dagli indirizzi che il Ministero ha dato durante il periodo Covid per garantire la continuità assistenziale, evitare il ricatto del privato, implementare l’organizzazione dei servizi e per garantire gli stessi obiettivi alla base del PNRR».
«In caso contrario, in Campania, un territorio tra i più poveri d’Italia nel quale il reddito pro-capite è tra i più bassi, si rischia che le persone più fragili come anziani, disoccupati, bambini, non possano usufruire della dovuta assistenza e debbano rinunciare a curarsi; e questo non è ammissibile» sottolineano i sindacati.
«A tutto ciò – precisano Cgil, Funzione Pubblica-Cgil e Spi-Cgil della Campania – va aggiunto il dramma delle lunghe liste di attesa, dell’inadeguato sistema della sanità territoriale, della rete dell’emergenza-urgenza, della necessità di adeguare gli organici nonché il mancato confronto sulle ricadute di alcune delibere che stanno distruggendo le buone prassi del nostro territorio. Da tempo come sindacato cerchiamo un confronto serio e costruttivo. Ad oggi nulla si è concretizzato».
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