La senatrice di FdI: «Grave ricaduta sugli aspetti operativi, logistici, tattici e strategici di tale esclusione»
«L’Italia ha perso la faccia con lo sfratto dalla base dell’Aereonautica militare di Al Minhad, imposto dalle Autorità degli Emirati Arabi Uniti il 2 luglio scorso. E non c’è stata nessuna reazione adeguata del Governo italiano per difendere il nostro prestigio internazionale, nè è stata spesa una parola di ringraziamento al nostro contingente che ha dovuto in pochi giorni smantellare la base e salvaguardare i materiali appartenenti alla Difesa italiana».
Lo ha dichiarato nel corso del question time il senatore di Fratelli d’Italia Isabella Rauti, capogruppo in commissione difesa.
«La base di Al Minhad – osserva Rauti – opera ininterrottamente negli Emirati Arabi Uniti dal 2002. Grazie alla sua posizione strategica nello scacchiere mediorientale, la Base ha sempre garantito il trasporto di personale, mezzi e materiali dei nostri contingenti impegnati nelle missioni internazionali».
«È di tutta evidenza – sottolinea – la grave ricaduta sugli aspetti operativi, logistici, tattici e strategici di tale esclusione delle Forze italiane da un’area geopolitica di fondamentale importanza, essendo la base emiratina l’unica in grado di supportare le missioni italiane nella regione, mentre appare inadeguato il ricollocamento di parte del nostro contingente e di alcuni materiali nella base in Kuwait, che non ha le caratteristiche logistiche adeguate».
«La prepotente determinazione del Governo emiratino – conclude Rauti – ci umilia e appare come una ritorsione alle decisione del Governo Conte II di revocare commesse e forniture militari agli Emirati Arabi e la risposta oggi del ministro Guerini alla nostra interrogazione è del tutto insoddisfacente in quanto appare evidente di come l’immagine dell’Italia nonché l’interesse nazionale siano stati gravemente danneggiati a livello internazionale».
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