Il Green pass divide la maggioranza. Pd e Fi per l’obbligo vaccinale, Lega per il no. Da FdI cautela su vaccino under 40

di Dario Caselli

Obbligo vaccinale sì, obbligo vaccinale no. Sembra lungo questo crinale che si stia avviando la politica italiana. Per la verità il tema volteggiava da qualche tempo e soltanto le ultime vicende legate al diffondersi delle varianti con l’annesso pericolo di nuove ondate ne ha accelerato la discussione.

Ad esempio, il governo già questa settimana, probabilmente domani, riunirà il Cts e la cabina di regia per capire fin dove potrà spingersi nell’introdurre il green pass. Sarà necessario dimostrare di essere stato vaccinato o di aver fatto un tampone entro le 48 ore per entrare anche in un bar o in un ristorante, oppure tutto sarà limitato ai grandi eventi, vedi stadi e concerti, dove è più alta la possibilità di contagio. Sui tempi, invece, potrebbe entrare in vigore a inizio agosto anche per evitare cambi di colore delle Regioni e mantenere l’Italia bianca almeno fino a metà mese.

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Spetterà agli esperti indicare le regole d’ingaggio e delimitare quel perimetro ideale all’interno del quale il governo consentirà agli italiani di considerarsi liberi. Nel frattempo, è la politica ad occupare la scena, e come spesso accade negli ultimi tempi a dividersi in tifoserie opposte dove gli slogan sembrano prevalere sulla ragione.

Come ieri, ad esempio. Tutto è partito da un’intervista rilasciata dal capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida, a La Repubblica nella quale chiariva che «non consiglierei a nessuno il vaccino sotto i 40, perché la letalità è inesistente». Insomma «tra i 40 e i 50 bisogna riflettere bene, io stesso ho riflettuto moltissimo». Per la precisione Lollobrigida ha contratto il virus e si è anche vaccinato.

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Comunque sono bastate queste semplici, forse un po’ avventate, dichiarazioni per aprire una voragine di polemiche. Si è andati dall’accusa di essere un ‘no vax’, a quella di irresponsabile; a chi come il ministro Dadone ha chiesto l’intervento di Giorgia Meloni per censurare il suo capogruppo.

Ciriani: «Si sta diffondendo un clima pericoloso»

Reazioni che al di là del merito mettono in evidenza come sia complicato e difficile affrontare in maniera serena il tema delle vaccinazioni. Lo rileva l’altro capogruppo di FdI al Senato, Luca Ciriani il quale lamenta «un clima pericoloso che si sta diffondendo nel Paese, nel quale è impedito discutere e confrontarsi su come sia meglio contrastare questa pandemia. Perché questo ha cercato di fare il capogruppo di FdI alla Camera, il tutto suffragato dai dati».

Ma è soprattutto la maggioranza ad uscirne spaccata sul tema del green pass e dell’obbligo vaccinale. Infatti, senza giri di parole Matteo Salvini bolla coma «cazzata» il green pass convinto che la sua introduzione «creerebbe un casino totale». Per il leader leghista «non si tratta di essere no vax, il vaccino serve, ma da qui a parlare di vaccino obbligatorio agli studenti di 14 anni ce ne passa, non saremo mai per l’obbligo o le multe».

Insomma, «bisogna usare prudenza attenzione e cautela: dobbiamo lavorare per rendere disponibile il vaccino per tutti senza però rovinare la vita o chiudere in casa ragazze e ragazzi di 15 e 20 che hanno sofferto molto».

Di diverso avviso Enrico Letta che dalla Festa de L’Unità bolla le dichiarazioni di Salvini come «irresponsabili», per poi chiarire: «Io sono tra quelli che è favorevole all’obbligo vaccinale. Non è che una cosa che non esiste, esiste e ci sono già obblighi vaccinali. Non stiamo inventandoci una cosa nuova. Con quello che è successo in questo anno e mezzo, io francamente mi chiedo cos’altro dobbiamo aspettare».

Obbligo vaccinale, Bernini: «C’è solo un virus che muta continuamente»

A difesa del vaccino obbligatorio però non c’è soltanto il Pd ma anche Forza Italia che con Annamaria Bernini precisa che «non c’è alcuna involuzione autoritaria in atto, né una incombente dittatura sanitaria: c’è solo un virus che muta continuamente e che va contrastato con tutte le armi a disposizione, la prima delle quali si chiama vaccino».

E rivolgendosi a Lollobrigida dice: «Chi dunque invita gli under 40 a non vaccinarsi perché non correrebbero rischi, non ha imparato nulla dall’andamento della pandemia e dalla necessità di bloccare sul nascere i focolai per non contagiare i più fragili. Dichiararsi liberali per compiacere i no vax è una irresponsabile truffa politica».

Insomma, non sarà facile per Draghi che, prima con la riunione del Cts e poi con la cabina di regia, dovrà dimostrare tutta la sua abilità di mediazione per evitare di rimanere impallinato dai veti contrapposti. E questo anche perché il Green pass non è semplicemente un tema politico ma riguarda la vita e il futuro i milioni di italiani, senza dimenticare il peso che può avere sul piano economico e produttivo. Tutti aspetti di cui Draghi è ben cosciente. E proprio per questo non sarà facile per lui trovare una via d’uscita.

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