Senza entrare in tecnicismi d’economia e amministrazione, inopportuni nell’informazione ad ampissimo spettro, affermiamo che far parte attiva di un’Amministrazione Comunale non è compito facile. Alle competenze e formazione specifiche dei singoli, v’è d’aggiungere la fortuna di possedere la naturale predisposizione a concepire la Res Publica quale bene di tutti e sapere amministrare con sagezza.
Amministrare vuol significare erogare beni e servizi ai singoli e alla collettività, senza distinzioni né discrimini di nessun genere. Incentivare servizi, migliorando la qualità e vivibilità della città di tutti, sono precisi compiti degli amministratori. Il Consiglio Comunale, in rappresentanza di tutti i cittadini, detiene il compito d’indirizzo e controllo dell’operato di sindaco, dell’esecutivo (assessori) e dei dirigenti.
Indice Articolo
Caserta, Consiglio Comunale il vero organismo della democrazia
Insomma, è solo il Consiglio Comunale il vero organismo della democrazia partecipativa dei cittadini. Le decisioni importanti, basilari all’armonico, libero e corretto sviluppo della città (bilanci, PUC, investimenti, indebitamenti e alienazioni) prese al di fuori del Consiglio Comunale sono da considerare non utili alla città.
Su quest’aspetto vogliamo soffermarci per informare su quanto pone in essere, in assoluto silenzio, il sindaco Carlo Marino e la sua Giunta.
L’Ente comunale di Caserta, è in sofferenza finanziaria per l’attuale e trascorse errate gestioni, spese inopportune, derivati da bilanci gonfiati e da previsioni errate. Sofferenza di cassa, bloccato in investimenti correnti, gozzoviglia sommerso da debiti. Il risanamento dei conti si può e si deve, rientra nei doveri e nelle capacità amministrative di Esecutivo e Consiglio. Risanare i conti pubblici è d’obbligo per garantire la corretta ed efficace erogazione di servizi quali: sicurezza stradale, scuole, trasporti collettivi, tempo libero, cultura, servizi a domanda, manutenzione verde e incremento qualità della vita.
Ricorrere alla dichiarazione di ‘dissesto finanziario’ è un tecnicismo indispensabile per porre in essere l’iter di risanamento economico. Atti dovuti e indispensabili d’attuare per l’accertamento dei debiti con terzi e proporne il pagamento.
I singoli cittadini, famiglie o società, in sofferenza economico-finanziarie, per intenderci per pagare debiti o fare investimenti, possedendo garanzie, chiedono prestiti rivolgendosi ad istituti di credito. L’Ente Comune, in dissesto, non può contrarre mutui – prestiti – (CDDPP), per sbloccare le aggressioni dei creditori, possedendo beni demaniali (terreni, appartamenti, edifici, scuole e palazzi) può decidere di venderli e fare liquidità di cassa. L’attuazione di queste procedure è regolamentata con leggi dello Stato.
L’affidamento all’Organo Straordinario di Liquidazione dell’iter per «vendere immobili comunali».
Il Comune di Caserta, targato Carlo Marino (Partito Democratico), in attuazione degli obblighi derivati dalle dichiarazioni di ‘dissesto’, affida all’Organo Straordinario di Liquidazione l’iter per «vendere immobili comunali».
Il Consiglio Delibera il 23.04.2018 il dissesto finanziario. In base al D.P.R. del 19.08.2018 nomina la Commissione Straordinaria di Liquidazione per la gestione dell’indebitamento e per l’adozione dei provvedimenti utili all’estinzione dei debiti dell’Ente. Il giorno 12 marzo 2021, con Delibera di Giunta n. 38 presieduta dal sindaco Carlo Marino, si delibera il «piano delle alienazioni (vendite) e delle valorizzazioni (fitti) immobiliari disponibile non strumentali all’esercizio delle funzioni istituzionali – 2021/2023».
Il piano delle vendite dei beni comunali, disponibili nel piano 2021/2023 è individuato dalla Giunta comunale presieduta da Carlo Marino. Cioè, sindaco e assessori decidono quali ‘gioielli’ comunali vendere per pagare i debiti.
L’iter procedurale è affidato all’organismo straordinario di liquidazione, il quale decide d’affidare a ditta esterna all’Ente Comune la ricognizione e verifica degli immobili da vendere. La richiesta collaborativa, inoltrata all’ufficio comunale patrimonio (ing. G. Natale), non ottiene esito positivo in quanto il dirigente dichiara, per le vie brevi, che l’ufficio non ha le risorse necessarie per poter affrontare efficacemente tale lavoro (mancanza di dipendenti, anticipatamente esodati, non pagati…) per cui la condanna dell’amministrazione Marino al risarcimento per 1 milione di euro). La ditta affidataria, del lavoro di procedura vendite, risulta: ‘UNICA s.r.l.’ con sede in Aversa (CE) alla piazza Bernini, per un compenso complessivo di 50.760,00 euro.
Contemporaneamente alla vendita dei ‘gioielli di famiglia dei casertani’, Carlo Marino continua a produrre debiti affidando incarichi a ditte e professionisti esterni all’amministrazione. Questo il modello PD- Carlo Marino improntato alla ‘sana gestione familiare’ della Res Publica.
Il Piano di alienazione (vendita) del Comune di Caserta
Dall’analisi dei dati catastali emergono edifici e terreni la cui vendita appare fortemente dubbia e inopportuna.
PALAZZO VECCHIO – meglio conosciuto come palazzo Acquaviva, attuale sede di Prefettura e Questura – piazza Vanvitelli.
Parcheggio piazza Carlo III (ex demanio -?-).
Caserma Sanduia – Due appezzamenti di terreno in piazza Pitesti per un totale di 3.454 mq.
Terreno VILLETTA MARIA CAROLINA e il campo di baseball.
Oltre a 2 ex scuole; 4 locali commerciali; 3 uffici; 5 civili abitazioni; 36 terreni, tra questi il cosiddetto “demanio Rocca” di Monte Tifata.
Cos’altro si obietta al sindaco Carlo Marino e alla sua giunta di nominati-sconosciuti alla città? Al sindaco protempore Marino si contestano le scelte prese al di fuori del Consiglio Comunale! Tutto qui! Oltre all’inopportuna vendita di proprietà, luoghi della cultura casertana importanti ed indispensabili, da continuare a possedere e valorizzare, come la “Villetta Maria Carolina” attigua al palazzo Reale.
Ricordiamo: «…con delibera di Giunta comunale n.160 del 15 ottobre 2019 Marino e i suoi assessori: De Michele, Casale, Corvino Maddalena (esautorata, oggi di Fratelli d’Italia?), Esposito Dora, Petrillo Tiziana e Pica Federico (scomparsi), Pontillo Alessandro e Sparago Giovanna deliberarono la valorizzazione di villetta Maria Carolina con affidamento in cessione e utilizzo con la seguente motivazione: «incapacità alla gestione ai fini della fruibilità collettiva». Si concedeva in gestione privata in cambio di manutenzione, rifacimento dell’impiantistica idrica, video sorveglianza, potenziamento delle coltri arboree, manutenzione e guardiania.
Iniziativa che non aveva nulla a che spartire con la promozione turistica e ancor meno con la divulgazione culturale. Marino & C. avevano previsto un’area da fiera-mercato, attrattore di gitanti della domenica mordi e fuggi, con relative giostrine e vendita di panini farciti con porchetta d’Ariccia. Dalla delibera farsa e offensiva dei casertani, alla beffa della vendita di un gioiello indispensabile alla valorizzazione della città a prevalente economia derivata da turismo.
Di questo continueremo a trattare in altri interventi. Sempre disponibili al confronto.