Torre Annunziata, Ascione non molla e attacca il Pd. Intanto, mentre i dottori litigano, l’ammalato muore

di Mauro Della Corte

Non si placano le polemiche tra il sindaco di Torre Annunziata, Ascione, e il PD. Il primo cittadino: «Avanti finché ci saranno i numeri»

«Mentre i dottori litigano, l’ammalato muore». Può essere sintetizzata così l’attuale situazione politica a Torre Annunziata. Ancora una volta, il sindaco ha sciolto la giunta comunale per i dissidi con il suo partito di elezione: il Partito Democratico.

Il primo cittadino Vincenzo Ascione ha deciso di non abbandonare lo scranno e di rilanciare (?) ancora una volta il suo progetto politico sperando nel supporto del consiglio comunale, nonostante la burrasca che ha investito palazzo Criscuolo in seguito all’arresto dell’ex vicesindaco Luigi Ammendola e della richiesta di dimissioni e la presa di distanza pervenuta da Paolo Persico, commissario cittadino e da Marco Sarracino, segretario metropolitano.

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Ascione va avanti e nominerà una giunta a sua immagine e somiglianza. Lo ha detto questa mattina all’incontro con la stampa tenutosi nell’aula consiliare. L’ennesima giunta, ormai non si contano più i rimpasti. Ascione elenca le tante difficoltà che ha dovuto affrontare da giugno 2017, molte ereditate dalle precedenti amministrazioni. E difende il suo operato. Quando c’è stato bisogno di intervenire, di dare delle risposte «noi lo abbiamo fatto con le sole nostre forze, senza risorse. Da soli» afferma.

«Insopportabile l’episodio dell’arresto del Capo dell’Ufficio Tecnico, un episodio di corruzione che ha portato all’arresto dell’ex vicesindaco Luigi Ammendola». Dopo l’arresto di Ariano «in collaborazione col Partito Democratico, abbiamo sentito – spiega – la necessità di dover tagliare qualsiasi rapporto con la vecchia amministrazione e abbiamo azzerato la giunta e ne abbiamo nominata una di alto profilo con due nominativi importanti come Lorenzo Diana e Stefania Caiazzo. Il Partito Democratico in quel momento era in mio pieno sostegno».

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Ascione risponde alle accuse di Lorenzo Diana

«Da parte mia, rispetto il lavoro che hanno messo in campo questi assessori, c’è stata l’apertura totale. Gli assessori sapevano di venire a operare in un contesto non semplice e dove si era verificato un episodio gravissimo. Lorenzo Diana, che ritengo essere una bandiera, credo che sul nostro territorio però non abbia ben approfondito tutti gli aspetti che lo denotano. Ho letto le sue dichiarazioni dopo le dimissioni e ritengo che siano sbagliate nei confronti di una città che negli ultimi anni ha fatto sforzi incredibili per tagliare nettamente, anche se sappiamo che esiste ancora il cancro della camorra, come nel passato».

«C’è una parte della città – continua – che quel tipo di disegno fatto da Lorenzo Diana sicuramente non merita. Io capisco che il suo impatto è stato ancora più nefasto con l’uccisione di Maurizio Cerrato e sicuramente ha segnato la sua esperienza in città. Anche lì la reazione della città non è stata quella che avremmo sperato. Abbiamo stimolato i commercianti alla nascita di un’associazione antiracket in città ma non ci siamo riusciti. La città mostra poca partecipazione e poco coraggio nella lotta al crimine e alla criminalità organizzata».

Ascione quindi non ha intenzione di dimettere e rilancia. «Spero che la Magistratura faccia chiarezza perché la corruzione è uno dei reati più gravi che si possa avere. Ma il sindaco deve andare avanti per dovere morale fino a che non c’è una sfiducia del consiglio comunale. In questo momento le cose sono ancora più drammatiche perché viviamo in un momento in cui gli uffici comunali sono quasi vuoti».

Nel giro di qualche mese risolta la carenza di personale

È una situazione drammatica «che può essere risolta nel giro di qualche mese perché sta per finire il progetto Ripam e che vedrà il Comune di Torre Annunziata 70/80 giovani e poi perché ci sono una serie di concorsi che si possono sviluppare grazie alla legge Brunetta che ha semplificato molte cose. Terzo perché abbiamo scelto, per alcune posizioni, di aderire a graduatorie già esistenti in altri comuni. Con quel personale il Comune potrà avere una prospettiva di miglior funzionamento della macchina comunale. Inoltre abbiamo partecipato a tanti bandi».

Per il sindaco «partita tutta interna al Pd»

Al momento però, per il primo cittadino, il punto cruciale sembra essere il litigio con il suo partito come a testimoniare che le condizioni per andare avanti sono fragili. «Il Partito Democratico dichiara l’allontanamento dalla mia esperienza politica per una serie di ragioni che non mi hanno convinto nel momento in cui mi hanno chiesto di dimettermi. Ma è chiaro che è una partita tutta interna ai Dem che andremo a giocarci. Nel frattempo non potevo fare diversamente dall’azzerare la giunta, non solo perché stavano arrivando le dimissioni, ma anche per non mettere a disagio gli altri assessori».

«Ma anche perché quella giunta – continua -, nata sull’onda emotiva di una situazione che si era creata al Comune di Torre Annunziata, ideata e proposta dal Pd oggi non aveva più modo di esistere. L’azzeramento vuole essere un invito a un ascolto, da parte mia, a forze istituzionali, ma anche associative e religiose piuttosto che ad avventurarci in una nuova campagna elettorale che naturalmente non sappiamo con quali esiti possa essere condotta. Da questo ascolto però deve essere chiaro che la giunta sarà a mia immagine e somiglianza e dovrà essere fatta da persone qualificate, competenti ma sopratutto con passione e che amano questa città».

Con quali voti si reggerà una nuova Amministrazione comunale?

Prima però bisognerà capire con quali forze il primo cittadino si reggerà nel Parlamentino oplontino per portare avanti un progetto politico che, al momento, sembra deficitario sotto tutti gli aspetti: dal degrado urbanistico, sociale a quello politico. Non era meglio un’onorevole remissione del mandato piuttosto che costringere i torresi ad assistere a una diatriba tutta interna al Pd, e a una lunga agonia, distante anni luce dagli interessi dei cittadini? Nulla vietava ad Ascione di ripresentarsi alle elezioni ricevendo, magari, un mandato elettorale più forte. Ma anche a Torre Annunziata, però, ricorrere alle urne sembra una lesa maestà.

Setaro

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