Consumi giù, famiglie in difficoltà. La crisi da Covid pesa ancora sulle tasche degli italiani

di Gianluigi Di Ronza

I sostegni elargiti non hanno raggiunto tutti i nuclei familiari o comunque non sono riusciti a sopperire alle decurtazioni

Le famiglie italiane non hanno ancora superato le difficoltà economiche causate dalla grave crisi pandemica, lo dimostra il continuo calo dei consumi registrato dall’Istat nell’ultimo mese. Ad Aprile 2021 l’Istituto di statistica nazionale ha rilevato una flessione del commercio al dettaglio dello 0,4%.

Sono le spese per beni non indispensabili quelli ad essere tagliati da parte delle famiglie, mentre regge la spesa per beni alimentari. I sostegni elargiti durante questo periodo non hanno raggiunto tutti i nuclei familiari o comunque non sono riusciti a sopperire le decurtazioni al reddito conseguenti l’emergenza sanitaria, tutto ciò ha effetti diretti sulle vendite e sui consumi al dettaglio.

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Si dice allarmato il Codacons secondo cui «l’andamento delle vendite al dettaglio è estremamente deludente e attesta in modo evidente come i consumi delle famiglie nel 2021 non ripartono». Non può rilevare, infatti, il confronto con il 2020 tenuto conto dell’incidenza prodotta dal lockdown generalizzato che aveva quasi azzerato i consumi.

Preoccupazione anche per l’ascesa dell’inflazione, dovuta principalmente all’aumento del costo delle materie prime e che potrebbe penalizzare ulteriormente le tasche degli italiani.

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«Dati deprimenti e sconfortanti. È preoccupante che non ci sia alcun rialzo su marzo 2021». Lo afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando i dati Istat sulle vendite al dettaglio ad aprile.

«La scommessa, allora, era iniziare una rimonta per tornare al più presto ai valori pre-crisi. Invece, secondo il nostro studio, le vendite in aprile, non solo calano su marzo 2021 dello 0,4%, ma sono inferiori sia nel confronto con quelle di febbraio 2020, ultimo mese pre-lockdown, con un gap del 3,5%, che rispetto a gennaio 2020, ultimo mese pre-pandemia, con un divario pari al 2,3%, che arriva, per il settore non alimentare, al 7,4%» prosegue Dona. Dovrebbe essere di ‘sollievo’ il sol fatto che l’Italia va meglio degli altri Paesi UE che hanno registrato un ribasso medio mensile delle vendite in volume del 3,1%.

L’analisi dell’ufficio studi di Federdistribuzione mette in evidenza la forte incertezza che attraverso il settore commercio caratterizzato da due indici opposti: da una parte si registrano segnali positivi nella fiducia dei consumatori che vogliono tornare alle abitudini d’acquisto pre-pandemia, dall’altra questa volontà non si trasferisce sui consumi e la domanda interna si conferma ancora molto debole.

Per Confesercenti alla brusca frenata per la ripresa dei negozi di vicinato fa da contraltare una crescita sostenuta dell’eCommerce che fa registrare +36,1%.

Secondo l’analisi condotta da Coldiretti l’emergenza Covid ha cambiato la mappa della spesa delle famiglie con una decisa svolta green che ha favorito l’acquisto di prodotti considerati più salutari e più vicini al territorio, così come la voglia di libertà ha fatto impennare la spesa nei mercati all’aperto, facendo registrare un balzo del 61% delle vendite del commercio ambulante. Di contro, una riduzione del 10% si è verificato per le vendite di piccole botteghe alimentari.

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