Oggi Salvini incontra Michetti per Roma. L’accordo nel centrodestra è ormai a portata di mano
«Un lungo e proficuo incontro». È Palazzo Chigi stesso che al termine del faccia a faccia tra Mario Draghi e Giorgia Meloni, attraverso un comunicato stampa, diffonde la propria impressione, non affidandola così ai ‘si apprende’. E poi, sempre nella nota, Palazzo Chigi chiarisce che «durante il colloquio sono stati affrontati temi legati alle progressive riaperture, alle misure anti Covid, alla ripresa economica e sociale del Paese».
Insomma, tutto bene a conferma di quello che da tempo si dice e cioè che tra Draghi e Meloni ci sia alchimia, politicamente s’intende. A sua volta la leader di Fratelli d’Italia ha commentato: «Col presidente del Consiglio è stato un lungo e franco colloquio, nel quale FdI ha portato molte delle sue proposte. Il presidente è stato molto interessato e cordiale, spero in appuntamenti cadenzati».
E tanti sono stati i temi toccati «a partire dal tema della limitazione delle libertà personali: io credo che non possa più esserci un governo nel quale non ci sia qualcuno che si assuma la responsabilità di scelte che vengono fatte e che ci dica anche su quali basi scientifiche quelle scelte vengono portate avanti».
Da qui la Meloni ha stigmatizzato «decisioni irragionevoli nella lotta al Covid: il coprifuoco, le 4 persone a tavola all’aperto o le mascherine all’aperto quando si sa che all’aperto non c’è contagio. Oppure il settore del wedding, completamente in ginocchio oramai: se si chiede il Covid pass non ha senso rimandare la celebrazione dei matrimoni». Inoltre, «abbiamo chiesto a Draghi di non fare l’errore del precedente governo, quando durante la stagione estiva, mentre calavano i contagi, non si preparò all’autunno adeguatamente e quindi non mise l’Italia in sicurezza rispetto alla possibilità di un ritorno del contagio».
Spazio anche ai temi economici come «il blocco dei licenziamenti. Quando il 40 per cento delle aziende italiane rischia di chiudere potrebbe non servire a molto, chiediamo quindi che le risorse vengano messe sulla continuità delle imprese: quelle che mantengono i livelli occupazionali e non chiudono devono essere agevolate dallo Stato sul piano fiscale e burocratico».
Infine, anche la questione «del nuovo regolamento europeo sullo scoperto bancario, entrato in vigore da gennaio, che prevede che con uno scoperto di 100 euro per il singolo e 500 per una impresa per oltre 3 mesi si possa essere segnalati alla centrale rischi: quando finirà la moratoria sui prestiti, se non si ferma l’entrata in vigore di questo regolamento, avremo decine di milioni di italiani segnalati e impossibilitati ad accedere al credito. Draghi si faccia sentire in Europa per chiederne la sospensione».
Tanti i temi toccati, quindi, a dimostrazione di un ruolo sempre più rilevante assunto da Fratelli d’Italia, che anziché ritrovarsi in un angolo con la nascita di questo governo ha avuto la capacità di mettersi al centro dell’agone politico. E la conferma viene anche da un sondaggio di Porta a Porta che conferma come FdI abbia superato il Pd attestando con il suo 18,5 per cento al secondo posto dietro la Lega.
E appunto la Lega. Ieri Matteo Salvini, che ha depositato i sei referendum insieme al Partito Radicale, ostentava serenità. Spiegava, infatti, che «gli ultimi sondaggi danno la Lega in crescita e ampiamente primo partito. Se cresce la Lega, la Meloni e Forza Italia, se cresce il centrodestra nel suo complesso, io sono contento. Ma i miei avversari non saranno mai in coalizione, sono il PD e i 5 Stelle».
In tal senso, ha assicurato che oggi incontrerà Enrico Michetti, esponente fortemente sostenuto da Giorgia Meloni per la corsa a sindaco di Roma, ribadendo che «vado d’amore e d’accordo con Meloni e Berlusconi. Io gioco per vincere, sui giornali dicono che il centrodestra è diviso ma non è vero, stiamo scegliendo i candidati e domani incontrerò Michetti. La settimana prossima ci saranno i nomi». Quindi, prossima settimana il rebus candidature dovrebbe essere finalmente risolto dando così avvio ufficialmente alla campagna elettorale.
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