Campania, De Luca contro Figliuolo: «Vaccini ai 40enni? Ma se mancano le dosi»

Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, non ha preso bene l’iniziativa del commissario all’emergenza covid-19, Figliuolo, che ieri ha comunicato l’apertura della campagna vaccinale per gli over 40 da lunedì prossimo. Ed è ripartita la litania sulla mancanza di circa 200mila dosi di antidoto alla Campania. Non l’ha presa bene e non gli ha risparmiato dure critiche nel corso del suo intervento all’ospedale Sant’Anna di Caserta di questa mattina.

«Ho sentito dal commissario nazionale apriamo ai 40enni» ha affermato aggiungendo che «se nelle altre regioni, Liguria, Veneto, Emilia, vi erano più 80enni e 70enni, quando arriviamo ai 40enni vuol dire che ce ne sono di più in Campania. Oggi dovremmo avere più vaccini di altre regioni, ma se ne sono dimenticati. È una guerra quotidiana per riuscire ad avere la stessa percentuale di vaccini».

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«Ma ricordo – continua – che in Campania dobbiamo fare almeno 9 milioni di somministrazioni e ogni mattina sento sul notiziario che arrivano 3, 4, 10, 50 milioni di vaccini. Vorrei dire sommessamente, per lo meno state zitti e diteci quelli realmente arrivati non quelli che dovrebbero arrivare. Adesso apriamo le vaccinazioni ai 40enni ma i vaccini non ci sono».

«Abbiamo fatto delle cose anche non rispettando alcuni criteri demenziali dati dal commissario nazionale. Abbiamo dato priorità ad alcune realtà tipo le isole per ragioni sanitarie ma anche per ragioni di valorizzazione di un comparto economico, quello turistico alberghiero che non può aspettare di completare le vaccinazioni a giugno perché a quel punto la stagione turistica è finita e aggiungiamo al Covid centinaia di migliaia di disoccupati. Non è che bisognava essere premi Nobel per capire questa cosa».

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«Ora siamo passati a vaccinare i comparti economici e se Dio vorrà avremo vaccinato il 70% dei nostri concittadini almeno con la prima dose entro questa estate.  Guardo con terrore alla campagna di somministrazione delle seconde dosi. Non la sta seguendo nessuno in Italia. Ormai abbiamo fatto la scelta inglese: facciamo almeno le prime dosi e poi chi vivrà vedrà. Ma purtroppo non è così perché l’immunizzazione del vaccino durerà 6, 8 mesi, un anno. Poi bisognerà ricominciare ad uno ad uno a fare i vaccini. Stiamo cercando di fare anche il piano parallelo per le seconde vaccinazioni. Differenziate per tempi di richiamo».

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