Centrodestra, contenziosi romani all’origine del ristagno decisionale in periferia?

di Nicolò Antonio Cuscunà

Sicuramente i ritardi organizzativi della politica locale di centrodestra hanno più motivazioni ma non giustifiche. Carenza di classe dirigente locale, partiti né carne né pesce, fortemente personalizzati dai momentanei padri-padroni, assenza di sensibilità politica rispetto ai doveri della politica servizio. Motivi pesanti come macigni, da risolvere con urgenza per non tramutarli in insormontabili barriere difficilmente comprensibili dagli elettori.

Qualcuno avanza scusanti nazionali. A Roma i capi non dialogano, in periferia l’alibi diventa utile giustifica. Caserta non è Roma. Similitudini improbabili o proponibili, di fatto, entrambi le città sono accomunate dagli stessi drammi. Carlo Marino e Virginia Raggi hanno disastrato le città loro affidate e che dovevano guidare.

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Roma scarica la Raggi, abbandonata anche dal M5S, il PD decide di rischiare con Nicola Zingaretti. L’ex segretario nazionale democratico abbandonerebbe con due anni d’anticipo la carica di governatore del Lazio? Scelta poco chiara, come l’azzardo della segreteria Letta di sfidare l’accreditata candidatura capitolina di Carlo Calenda (Azione).

Il centrodestra, nell’attesa di ricevere i nomi, proposti dai periferici, alla carica di sindaco delle città metropolitane, dei capoluoghi di regione e di provincia, cincischia, fa melina, perde tempo sulla presidenza del Copasir. Carica d’assegnare per garanzia all’opposizione. L’attuale presidente della Lega è al governo con Draghi, pertanto, dovrà cedere il passo ad un uomo di fiducia della Giorgia nazionale. Anche se alleati, nessuno cede niente per nulla, indispensabile quindi il manuale ‘Cencelli’.

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Nello specifico della città di Caserta, i tre partiti del centrodestra tergiversano percorrendo ognuno la propria strada. Raccattano candidati senza porsi problemi di natura etico-morale, continuano a sommare assenze aumentando distanze stratosferiche dalla città e dai suoi gravi ed incancreniti problemi (vedi PUC- Biodigestore- Distretto Turistico – ecc).

La sinistra esterna all’anomalo PD di Carlo Marino, si organizza in soccorso alla città (Io firmo per Caserta e le vicissitudini del PUC), non nasconde aperture rispetto al civismo non ideologizzato.

Il civismo non allineato al pensiero unico pseudoprogressista né al piattume del locale centrodestra, macina attività, allarga i propri orizzonti all’associazionismo, al volontariato laico e cattolico, alle arti e professioni.

Meglio tardi che mai. Caserta non può attendere, non può accontentarsi dei proclami web dell’uscente sindaco e dei suoi interessati sostenitori. Gli spazi di manovra si riducono, chi ha tempo non lo perda alla ricerca di personali interessi. I casertani, anche se non troppo impegnati, sapranno scegliere e curare i propri interessi.

Auguri all’essere più sublime al mondo: la mamma.

Setaro

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